Bologna 25 giugno 2020 – Lutto nel mondo dell’ippica e in particolar modo fra gli amanti del trotto per la scomparsa del guidatore Mario Rivara. Partito da Fiorenzuola (PC) dove nacque il 10 dicembre 1944, si mise presto in luce per la sua grinta e la predisposizione alla tattica d’attacco, riportando una innumerevole serie di successi classici .
Nella sua prestigiosa carriera, Rivara ha avuto rapporti di lavoro con le migliori scuderie italiane, dalla emiliana Cebora, passando per il rosso verde dei Biasuzzi, al verde con l’inconfondibile croce di Lorena nera della contessa Leonarda Labia e del compianto Gianfranco Aggio, fino alle varie denominazioni con cui hanno corso i cavalli della famiglia Fraccari, dalla scuderia Gardesana, alla scuderia dei Chicchi, al rapporto, dai tratti fraterni, con il signor Piva della Scuderia del Figlio.
Incredibile il numero di aneddoti che Mario ha raccontato in tribuna all’Arcoveggio, quando un appassionato capannello di amici si radunava il giovedì intorno a questa autentica leggenda del trotto italiano, uno degli eredi dei grandi Vivaldo Baldi, Brighenti, Walter Baroncini e William Casoli e compagno di avventura dei migliori rappresentanti di una generazione vincente di cui hanno fatto parte Edy Gubellini, suo grande amico, Vittorio e Giuseppe Guzzinati, Anselmo Fontanesi e Marcello Mazzarini e l’avversario di sempre, un affranto Giancarlo Baldi con cui ha diviso giubbe celebri e sfide all’insegna della sportività sulle piste di tutta Italia. E poi ci sono i cavalli, dai tanti campioni ai più anonimi routinier, tutti amati e ricordati con rispetto, dal vincitore del Lotteria Contingent Fee, alla Derbywinner Gitana D’Asolo, al velocista Rapid Effe, passando per il passista Dorsten con cui vinse più volte l’Encat, l’americano Waymaker, Eclissi Lunare, Piccardo e Vega Lb.
Mille racconti e su tutti, la storia dell’affaire Equileo, un cavallo francese di proprietà del celebre attore Alain Delon, che Mario ed il suo entourage acquistarono poco prima di scendere in pista nel milanese Gran Premio Europa, poi vinto, ma che a fine corsa riprese il van in direzione Monte Bianco, lasciando tutti di stucco, era il 25 aprile del 1974.
Fonte: Ufficio Stampa HippoGroup