Sydney, 25 ottobre 2019 – Ogni anno in Australia scompaiono 4.000 cavalli Purosangue ritirati dalle piste: è l’affermazione fatta da Paul McGreevy, che insegna comportamento animale e scienze del benessere all’Università di Sydney, e da 25 anni studia il settore corse.
I dati sono quelli di una vera e propria strage, che colpisce l’opinione pubblica anche per il fatto che il fenomeno ha dimensioni ben più grandi di quanto si poteva logicamente supporre, a causa dell’abnorme numero di soggetti destinati a questa fine.
In un macello di Brisbane la Coalition for the Protection of Race Horses ha appurato che sono stati abbattuti 500 cavalli al mese, per i 2 anni in cui lo ha monitorato: «È un macello che uccide i cavalli per il consumo umano» ha dichiarato Elio Celotto della CPR, «la carne è destinata a vari Paesi europei, al Giappone e alla Russia».
Secondo l’inchiesta della ABC, vengono evase massicciamente le norme volte a proteggere il benessere dei cavalli da corsa durante tutta la loro vita, compreso il divieto di inviare ai macelli i cavalli scartati dalle gare.
«Questo è il genere di cose che sconvolgerà il settore fino in fondo. È assolutamente inaccettabile deludere i nostri cavalli da corsa in questo modo» ha dichiarato il professore Paul McGreevy, rferendosi anche al modo crudele con cui vengono trattati molti di questi cavalli mentre sono in viaggio verso la loro morte.
«Si tratta di pratiche atroci e il settore delle corse è responsabile dell’esposizione di questi animali a questa miserabile fine. I cavalli meritano di meglio, le persone che amano il settore meritano di meglio. Quindi l’industria ha deluso molte persone e molti cavalli. Questa è una chiara violazione di tutto ciò che l’industria ci ha raccontato».
Eppure alcuni stati australiani, come il Nuovo Galles del Sud, teoricamente, prevedeno il reinserimento totale di tutti i cavalli usciti di pista verso altre destinazioni: ma ovviamente si intende un luogo dove continuare a vivere pur cambiando mestiere, non il bancone di una macelleria.
Sempre in questi giorni presidio di manifestanti davanti all‘ippodromo di Santa Anita di Arcadia, in California: negli ultimi 10 mesi lì sono stati abbattuti 34 cavalli in seguito ad incidenti avvenuti in corsa, vedi qui.