Roma, mercoledì 7 ottobre 2020 – Il Derby Italiano di Trotto, giunto alla sua 93° edizione, è la corsa dedicata ai trottatori italiani di 3 anni e rappresenta la vetrina più prestigiosa per i cavalli da trotto nostrani, l’appuntamento più atteso da allevatori, proprietari, professionisti e appassionati.
Quest’anno un regolamento sicuramente rivedibile – che ci auguriamo venga tempestivamente e sensatamente realizzato per l’edizione 2021 – ha determinato i nomi dei 14 trottatori di 3 anni che domenica 11 ottobre all’ippodromo delle Capannelle saranno protagonisti della finale del 93° Derby Italiano del Trotto UnipolSai PlanetAss.
Accanto alla prova più ricca dell’intero calendario ippico italiano, il convegno in programma domenica 11 ottobre proporrà tante altre corse importanti e di sicura riuscita spettacolare per il livello tecnico dei trottatori che vi saranno impegnati.
Su tutte naturalmente le tradizionali Oaks del Trotto (€. 253.000 – gr. 1 – per femmine indigene di 3 anni), la corsa che viene unanimemente definita “Derby delle femmine” programmata sulla distanza breve del miglio.
Oltre alle due più importanti corse di gruppo per i 3 anni, il programma domenicale all’ippodromo romano proporrà altre due eccellenti prove per gli esponenti della generazione 2017 che avranno a disposizione lo Sfollamento per i maschi intitolato alla memoria del compianto Biagio Lo Verde (come il Derby programmato sulla distanza dei 2.100 metri) e lo Sfollamento per le femmine (intitolato ad una femmina vincitrice di Derby come Olona Ok e programmato, come le Oaks, sul miglio) .
Lo spettacolo sarà assicurato anche nel Premio Tinak Mo che vedrà gli anziani di categoria A e B impegnati sul miglio e nel Premio Varenne, handicap certamente ben confezionato che vedrà ancora gli anziani impegnati sulla severa distanza dei 2600 metri.
Completeranno la giornata le femmine di 4 anni, gli anziani di categoria C e D interpretati dai gentleman e alcuni promettenti giovani della generazione 2018 pronti a cimentarsi nelle prove più importanti dalle quali sono attesi nelle successive settimane.
Il Derby Italiano del Trotto 2020 rientra nell’iniziativa promossa dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nell’ambito della campagna integrata di comunicazione “Grande Ippica Italiana. Tante emozioni in gioco” messa in campo dal Mipaaf per rilanciare il settore ippico, tanto come sistema economico, quanto come passione ad alto valore eco-sociale. La campagna multicanale e multilivello (affissioni, adv, social media, siti web) voluta dal Ministero accompagna gli ippodromi nella comunicazione dei principali Gran Premi per arrivare al coinvolgimento del grande pubblico generalista, al quale presenta l’esperienza delle corse come un evento dal vivo unico ed emozionante, in cui convivono tradizione, valori positivi e sentimento sportivo. Il concept della campagna “Se ti esalta già così, immagina dal vivo” sapientemente declinato sui media tradizionali e sui canali social crea attesa, informa e spinge il pubblico ad andare ad assistere allo spettacolo delle corse negli ippodromi. È nei Gran Premi che l’emozione dell’ippica italiana si sprigiona senza limiti. Eventi spettacolari che meritano di essere vissuti dal vivo, per scoprire il fascino delle corse ma anche per vivere le tante proposte di intrattenimento degli ippodromi italiani.
LA STORIA DEL DERBY ITALIANO DEL TROTTO
La sua prima edizione risale al 1926, quando venne disputata all’ippodromo romano di Villa Glori con il nome di “Derby Reale del Trotto”, vedendo la vittoria di un puledro di nome Malacoda con il tempo di 1.29.2 sulla distanza complessiva di 2000 metri. Durante tutti gli anni ’20, la competizione mise in luce la maestria dei più noti driver dell’epoca, pur essendo i risultati in termini di velocità ancora discreti: il miglior crono fu infatti quello di Palla che nel 1927 vinse in 1.26.0. Negli anni ’30, il Derby venne rinominato, divenendo “Gran Premio del Re e Imperatore”, e i metri da percorrere vennero portati prima a 2400 e poi a 2500. Dopo che l’ultima edizione romana in tempo di guerra fu vinta, nel 1943, dal celeberrimo Mistero guidato da Ugo Bottoni, la corsa si trasferì a Milano, dove nel biennio 1944/45 fu rinominata “Gran Premio Allevamento”. Nel 1946 giunse poi a Napoli, ritrovando il nome di Derby.
Nel 1947, finalmente, il Derby Italiano del Trotto tornò a Roma, in tempo per assistere, nel 1950, all’indimenticabile vittoria di Altissimo, con 1.24.4.
In seguito, con l’introduzione dell’autostart nel 1952, si concluse l’epoca dell’ippodromo di Villa Glori, demolito per fare posto al Villaggio Olimpico, e un decennio più tardi la sfida si trasferì sulla pista di Tor di Valle, dove si iniziò a correre sui 2100 metri: la distanza che diverrà quella classica del Derby. È però solo dalla seconda metà degli anni ’70, ad iniziare con Maribon e il suo 1.18.9, che il Derby assisterà alla sempre più celere ascesa di giovani campioni dalle strabilianti doti velocistiche. Gli anni ’90 si aprono infatti con la vittoria di Mint di Jesolo e il suo 1.15.5, per giungere ad un incommensurabile Varenne che nel 1998 trionfò nel Derby con 1.13.9 e che sarà scardinato solo nel 2005 da Fairbank Gi con 1.13.0. Nel 2014, infine, il Derby viene disputato per la prima volta sulla nuova pista di trotto realizzata all’Ippodromo Capannelle, dove si apre una nuova stagione carica di eleganza ed emozioni.