Bologna, giovedì 7 marzo 2024 – Non considerando le distanze ben più importanti delle corse a siepi, nel galoppo in piano i cavalli specialisti sono suddivisi a grandi linee in tre categorie: gli “stayer” galoppatori che si esprimono meglio su corse oltre i 2100 metri; i “miler”: soggetti ideali per le distanze che gravitano attorno ai1600 metri; gli “sprinter” i velocisti adatti alle brevi distanze di 1000 o 1200 metri. Questo schema, che sembra reggere un po’ in tutto il mondo, salta quando si arriva all’ippodromo di Louisiana Downs negli Stati Uniti dove la distanza più lunga è di 800 metri e la maggior parte delle gare è sulle 250 yards. Quanto? 228,6 metri!
A sfidarsi sono i quarter horse, orgoglio dell’allevamento degli stati del sud come Texas e Louisiana appunto, ma che tipo di corse sono e perché sono così popolari lì quanto anonime in altri stati americani?Lo abbiamo chiesto al giornalista e scrittore Enrico Querci, che essendo anche telecronista di corse al galoppo potrà dirci se corse così brevi sono il sogno di ogni commentatore… “Sono un incubo” ci dice divertito “almeno un incubo breve, con immagini poco dettagliate e i sottosella che recano il numero, sono indistinguibili”Dove sta allora il senso di corse così brevi? “E’ un fatto culturale”spiega Querci “i quarter horse negli Stati Uniti, come gli anglo arabi in Italia, stanno avendo sempre più spazio e più corse, la loro popolarità e il loro seguito ha senso nel contesto di quello stato, di quel territorio. Corse così non ne vedrete a New York per esempio”
Queste gare singolari restano dunque un fenomeno culturale curioso ma lontano dallo standard europeo, di certo gli appassionati del galoppo che quasi soffrono quando una corsa sta per finire continueranno a preferire le lunghe rette di arrivo di Ascot e Longchamp.