Roma, domenica 8 novembre 2020 – L’ippodromo chiuso al pubblico è un colpo al cuore per tutti coloro che nel mondo dell’ippica lavorano, proprietari, allevatori, fantini, tecnici, operatori del settore e naturalmente gli organizzatori, ma malgrado tutto anche oggi l’ippica ha vinto.
«Una riunione del genere senza pubblico fa molta tristezza – ha ammesso Elio Pautasso, Presidente di Federippodromi e Direttore generale Hippogroup Roma Capannelle – , ma siamo molto orgogliosi perchè dal punto di vista tecnico questa giornata del Roma Champions Day è perfettamente riuscita. Siamo riusciti a portare a Roma cavalli di grandissima qualità, addirittura ben 11 d’oltre confine, nonostante l’handicap dei pagamenti in ritardo alle scuderie straniere da parte del Ministero. La qual cosa diventa fondamentale per mantenere alto il rating delle corse nei prossimi anni, anche se noi ci auguriamo che il Comitato Pattern tenga conto della pandemia e quindi sterilizzi i risultati di quest’anno dal punto di vista del rating delle corse. Oggi comunque è importante il risultato che abbiamo ottenuto e ci auguriamo che si possa tornare presto alla normalità e riaprire le porte di Capannelle al pubblico, alle famiglie, ai bambini, alle scommesse»
Dal punto di vista dei risultati, apertura con il premio Divino Amore, listed sul chilometro riservata tradizionalmente ai flyers di due anni. Ha vinto Captain Magnum (Kodiac), allievo importato di Luciano Vitabile per i colori di Luigi Ginobbi, in sella al quale Salvatore Basile non ha sbagliato nulla: guardingo nella prima parte senza perdere di vista il favorito Live on Stage, leader sin dal via, ha mosso gradualmente ai trecento per palesarsi ai fianchi del fuggitivo e passarlo di slancio nel tratto conclusivo. Alle loro spalle, Virgin Isla, sempre nel vivo della contesa, ha contenuto il finale arrembante di Lory di Toni.
Nel Ribot, gr.III per 3 anni e oltre sul miglio – pattern che lega il più grande cavallo di tutti i tempi al ricordo di uno straordinario allevatore e stimato dirigente, Loreto Luciani -, riflettori puntati sul quattro anni del Giglio Sardo, Out of Time, alla ricerca del doppio Di Capua-Ribot, già centrato a tre anni. Il momento decisivo della contesa intorno al paletto dei 400, quando Dario Di Tocco ha rotto gli indugi lanciando Fulminix (Blu Air Force) verso lo steccato, rubando l’idea a Cadeddu in sella a Rubayat e il tempo a Frozen Joke e Out of Time, protesi a centro pista. Arroccato allo steccato il portacolori della San Rossore Team è sfuggito agli inseguitori, con Out of Time che ha regolato Frozen Juke per la miglior piazza, mentre al quarto ha chiuso il tedesco Rubaiyat.
Il premio Guido Berardelli – corsa sui 1800 metri riservata ai 2 anni con ambizioni classiche intitolata al presidente storico dell’Unire dal dopo guerra e per quasi quaranta anni, nonché proprietario, tra gli altri, di Nuccio – ha vissuto invece il suo epilogo nelle stanze dei Commissari di gara. Sul palo è transitato per primo Bell’Imbusto davanti alla debuttante tedesca Isfahani e a My Westwood, divisi da un muso. Nel tratto conclusivo, però, il puledro montato da Fabio Branca ha sbandato verso il centro della pista, ostacolando My Westwood che ha perso l’azione e il secondo posto sul traguardo. I Commissari, intervenuti di autorità, non hanno potuto far altro che retrocedere Bell’Imbusto dal primo al terzo posto, decretando la vittoria alla femmina della Darius Racing, Isfahani (Isfahan), montata da Miky Cadeddu per il training di Henk Grewe. My Westwood ha recuperato la piazza d’onore con Cantocorale a completare il marcatore.
Il clou della giornata è arrivato con il Premio Roma, gr. II sul doppio chilometro per 3 anni e oltre. Sette partecipanti e pronostico per l’unica femmina del plotoncino, la tedesca Stex, in virtù della vittoria nel Tesio venti giorni fa sul francese – ormai di casa – Royal Julius ritrovato anche oggi. Brazilian Man non ha consentito alla femmina di agire in avanti indisturbata e poco dopo l’intersezione delle piste si è capito che Stex non era nella miglior veste, Brazilian è stato affiancato da Thunderman e i due si sono staccati in lotta trascinandosi Masterwin, di rincorsa a centro pista, mentre anche Royal Julius stentava a progredire. Tore Sulas, conquistato un leggero vantaggio sui due allievi di Niccolò Simondi, ha sostenuto energicamente Thunderman (Blu Air Force) mantenendo sul traguardo quella preziosa incollatura su Brazilian Man, in sella al quale Mossé le ha provate tutte per rientrare al rivale, e a un validissimo Masterwin pur su distanza troppo breve per le sue caratteristiche. Discosto Royal Julius davanti a Baptism per chiudere la cornice. Sugli scudi Alduino e Stefano Botti e colori del Giglio Sardo, rifattisi parzialmente della battuta d’arresto di Out of Time.
E quindi il Premio Lydia Tesio, corsa di gr. II riservata alle femmine di tre anni ed oltre sul doppio chilometro che ricorda in Donna Lydia la esemplare consorte di Federico Tesio. La vittoria è andata all’ospite inglese Angel Power (Lope de Vega), in sella alla quale Gerard Mossé ha portato a termine un magistrale percorso di testa per poi accelerare nei 300 mt. conclusivi e lasciare a netto intervallo cinque cavalle finite in stretta fotografia per le restanti piazze. Con distacchi minimi, al posto d’onore ha chiuso Spirit of Nelson davanti a No Limit Credit, Santa Rita, Elisa Again e Grand Glory. La vincitrice è una portacolori della King Power Racing agli ordini di Roger Varian.
Infine il premio Carlo e Francesco Aloisi, gr. III per 2 anni e oltre sui 1200 metri della pista dritta, nel ricordo di due altri giganti del nostro mondo. Il campione dei nostri velocisti, The Conqueror (Excelebration) non ha deluso le attese, imponendosi agevolmente da un capo all’altro nelle sapienti mani di Fabio Branca, lasciando gli altri a lottare solo per le piazze. Sul traguardo Agiato ha respinto l’assalto conclusivo di Visayas, mentre al quarto ha chiuso Penelope Queen. Questo granitico alfiere della scuderia New Age, agli ordini di Alduino e Stefano Botti, è letteralmente esploso quest’anno: settima vittoria in otto sortite, infilando a seguire Tudini, Città di Napoli, Omenoni e adesso Aloisi – il massimo che si possa conseguire nel circuito per velocisti in dirittura in Italia -, sconfitto, nel 2020, solo da Its the Only Way nel Bersaglio.