Roma, 23 febbraio 2017 – Il decreto Milleproroghe approda alla Camera blindato come previsto, nonostante l’imperante protesta dei tassisti e degli ambulanti dinanzi Montecitorio. Tra le disposizioni volute dal Governo Gentiloni e dalla maggioranza del Partito Democratico anche lo slittamento del termine ultimo per la tanto agognata riforma del settore ippico. Con l’approvazione definitiva del provvedimento, infatti, l’esercizio della delega legislativa disposta all’art. 15, comma 1 del cosiddetto Collegato Agricolo (legge 28 luglio 2016, n. 154) finalizzata alla razionalizzazione e al contenimento della spesa pubblica, relativa al riordino degli enti, società e agenzie vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per il riassetto del settore ippico e per il riordino dell’assistenza tecnica agli allevatori e la revisione della disciplina della riproduzione animale avverrà entro diciotto mesi (anziché dodici come attualmente previsto) dall’entrata in vigore della medesima legge avvenuta il 25 agosto 2016.
“Sono trascorsi quasi tre anni da quando il ministro Maurizio Martina scippò al Parlamento la discussione annunciando che avrebbe dato corso alla riforma del settore ippico come previsto dalla delega fiscale. Alla Camera il comitato ristretto giunse ad un testo unificato tra le cinque proposte di legge sino ad allora depositate, ovvero quelle Russo, Faenzi, Lattuca, Catania e la mia – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura e primo firmatario della proposta di legge “Istituzione della Consulta tecnica per la promozione del settore ippico” – Un percorso miseramente fallito nel giugno 2015 alla scadenza dei 15 mesi di tempo previsti dalla delega fiscale perché il Governo, a suo dire, era troppo impegnato con la riduzione dei debiti e dei costi. Oggi, l’ulteriore beffa per il comparto che vede protrarsi sino ad aprile 2018 il termine ultimo previsto per il tanto agognato rinnovamento. La situazione di grave sofferenza economica si trascina oramai da anni – prosegue Giuseppe L’Abbate (M5S) – e sembra portata avanti scientemente dai partiti per affossare un settore, nonché tutto il suo indotto, un tempo florido e sano. A causa di scellerate politiche di payout sulle scommesse che da sempre sono riuscite ad autoalimentare l’intero comparto (dagli agricoltori, ai produttori di mangini, ai maniscalchi, ai gestori di ippodromi, agli allevatori, etc..) nonché per colpa di una politica inerme dinanzi ad un intero comparto che andava rivisto e riproiettato nel terzo millennio, l’Ippica ha subito un lento drastico declino che sembra, ogni giorno di più, inesorabile. Questo Governo, al pari di quello Renzi – conclude il deputato 5 Stelle – continua nel prendere in giro tutti gli operatori ippici, togliendo loro un futuro. Se il Movimento 5 Stelle fosse stato al Governo, la partita si sarebbe già chiusa da anni e oggi staremmo a parlare di come affinare ulteriormente le misure per rendere ancor più ottimale il rilancio piuttosto che dell’ennesimo scandaloso rinvio”.
Comunicato stampa