Roma, 30 aprile 2020 – Ippica Nuova scrive al Ministro delle politiche agricole e alimentari e forestali, Teresa Bellanova e al sottosegretario Giuseppe L’Abbate: riportiamo di seguito il testo integrale della lettera, un grido di allarme della filiera ippica.
Gentile Signora Ministro, gentile Signor Sottosegretario,
come ben noto le corse ippiche in Italia sono state sospese a partire dal 10 marzo u.s. – oltre 50 giorni fa – quale effetto delle misure di contenimento decise dal Governo a fronte dell’insorgenza della pandemia Covid-19.
Tutto il nostro comparto si è immediatamente allineato a questa decisione con grande senso di responsabilità e pur a fronte del sacrificio che sarebbe derivato dalla sospensione delle corse (unica fonte di reddito degli addetti ai lavori).
In questi mesi, come previsto dai regolamenti in essere ed anche ben disciplinato da codesto Ministero con la circolare numero 17719 del 19 marzo 2020, le scuderie, gli allevamenti, gli allenatori/guidatori, i gentleman, gli artieri, in altre parole l’intera filiera produttiva non si è fermata, ha continuato sostenendo costi elevatissimi ad accudire quotidianamente gli oltre 10.000 cavalli trottatori di cui sono responsabili, li hanno nutriti, puliti, assistiti con il prezioso ausilio dei maniscalchi e dei veterinari, ed allenati, perché i cavalli da corsa sono atleti che non possono semplicemente essere lasciati a pascolare su un prato o chiusi nei loro box, così come le fattrici nella stagione dei parti e delle inseminazioni devono essere quotidianamente accudite e così via.
Ora l’intero comparto è in attesa di conoscere la data dalla quale sarà possibile finalmente riprendere a correre, fase fondamentale della filiera produttiva del cavallo da corsa, momento nel quale, oltre a partecipare alla vitale distribuzione dei premi al traguardo, si valorizzano i migliori soggetti e quindi si possono quindi effettuare le scelte necessarie per il miglioramento della razza, finalità alla quale tutta la nostra filiera è dedicata (mi consenta di dire con ottimi risultati) e dalla quale gli addetti ai lavori traggono il nutrimento per se e per le loro famiglie.
Per questo motivo è così urgente la ripresa delle corse, non per i proventi delle scommesse (anche se queste hanno un rilievo in termini di entrate erariali e di supporto alla filiera ippica), non per il piacere degli appassionati e degli scommettitori (anche se una prolungata assenza rischia di farci perdere il favore di entrambe le categorie, già attratte da altre forme di intrattenimento) ma perché senza le corse è come se producessimo un prodotto …. per buttarlo al macero il giorno dopo!
Signora Ministro, Signor Sottosegretario,
il settore comprende benissimo le molte titubanze di fronte ad un fenomeno nuovo e per certi aspetti ancora sconosciuto e la prudenza necessaria in questa fase ma ci si permetta di far presente che i nostri addetti ai lavori sono persone dedicate al loro lavoro, padri e madri di famiglia che lavorano insieme ogni giorno nei tanti luoghi dell’ippica (ippodromi, centri di allenamento privati, allevamenti) e che non sono certamente alla ricerca del ”divertimento” per il puro spirito della competizione (come invece accade per gli sport del Coni), ma di effettuare – con la massima attenzione alle misure di sicurezza previste dai protocolli ed a porte chiuse – una parte essenziale del loro lavoro, cioè misurare sulla pista, con il conforto del cronometro e il responso del palo di arrivo, il valore dei propri effettivi.
Per questo mi permetto ancora di chiedere di riattivare con la massima urgenza, indicando al più presto la prima data possibile, dal 4 maggio in poi, le corse nel nostro Paese, così come stanno facendo altri Paesi Europei dove le corse ippiche – per loro natura non suscettibili di contatti tra i partecipanti – hanno continuato a disputarsi o hanno ripreso od ancora stanno programmando una data per la ripartenza.
Nel ringraziare per la Vostra attenzione, sappiamo bene che gli Uffici del Ministero hanno già affrontato tutte le problematiche inerenti la ripresa delle corse, non permettiamo al VIRUS di cancellare l’ippica italiana e le migliaia di famiglie che ne fanno parte (e che non sono in grado di sostenere ancora a lungo i rilevantissimi costi di gestione senza entrate) pena il rischio ogni giorno più concreto di doverne tra poco parlare al passato!
Si resta a disposizione per ogni necessario approfondimento e si porgono i più cordiali saluti
per il Consiglio Direttivo
Il Presidente Giorgio Sandi