Bologna, 18 maggio 2020 – Domenica scorsa a Charlottelund in Danimarca, alle porte di Copenhagen , si è interrotta la lunga serie di vittorie di Zacon Gio’. Dopo 13 successi consecutivi il figlio di Ruty Grif (nipotino d Varenne) era giunto da grande favorito nel classico appuntamento della Copenhagen Cup e questo nonostante da ottobre (quando aveva trionfato a New York nell’International Trot) a oggi fosse sceso in pista solamente una volta a Napoli nel mese di marzo. Si c’erano stato delle prove importanti, ma nulla può essere equiparato al clima della gara vera.
Eppure, per come si erano messe le cose, sembrava che la vittoria fosse molto vicina. Dopo una partenza prudente Roberto Vecchione aveva portato il suo allievo al fianco del battistrada Makethemark e al passaggio davanti alle tribune dopo mille dei 2000 metri della gara si era portato al comando. Tutto ciò nonostante Zacon già nelle fasi preliminari si fosse rivelato particolarmente nervoso. Poi però a metà dell’ultima curva la sua azione si è affievolita e negli ultimi 150 metri non è più riuscito a tenere il passo degli avversari. Lo hanno sopravanzato in tre a partire dal vincitore Heart Of Steel e il quarto posto finale suona ovviamente come una brutta sconfitta. Per come erano andate le cose fin troppo brutta per essere vera.
Sfortunato anche l’altro italiano in gara, Vitruvio, danneggiato da un avversario sull’ultima curva proprio mentre cercava di produrre il suo spunto finale che molto probabilmente lo avrebbe portato a lottare per le piazze migliori, se non addirittura per il successo.
Torniamo a Zacon Gio: una giornata storta può sicuramente capitare. Accadde a Varenne a Milano quando nel giugno 2001 fu sconfitto inopinatamente da Jackhammer, figuriamoci se non poteva accadere a Zacon Gio la cui parabola agonistica si può dire sia appena iniziata.
Certo ora andranno analizzati i motivi di questa sconfitta. La lunga inattività, causa anche lo stop delle corse italiane per il Covid-19; l’impossibilità di programmare adeguatamente l’impegno (fino a sette giorni prima non si sapeva ancora se in Danimarca si sarebbe potuto correre o meno); un viaggio di qualche migliaio di km organizzato in fretta e furia (si parla anche di qualche linea di febbre riscontrata nella tappa effettuata ad Amburgo) e uno sbalzo di temperatura considerevole visto che si è passati in poche ore dai 25 e più gradi italiani ai 6/7 della Danimarca.
Insomma le motivazioni possono essere davvero molte, fatto sta che, per una volta, Zacon Gio non è sembrato lui. Toccherà ai suoi uomini, l’allenatore Holger Ehlert in testa, capire i motivi, ma sarebbe sbagliato ora deprimersi e cancellare d’un colpo solo tutto quanto di buono il portacolori della famiglia Franco, che ha corso con la giubba sponsorizzata da Telethon, ha fatto fino ad oggi. Ci sarà presto una rivincita e tutti l’aspettiamo con trepidazione.