Bologna, 19 luglio 2018 – Urlo dei Venti, il campione del trotto italiano vincitore quest’anno di tre grandi corse: Il Prix de Luxembourg a Parigi, il Gran Premio Lotteria di Agnano e l’Oslo Grand Prix è incappato nella rete dell’antidoping norvegese, ma non per sostanze fraudolente, tipo ormoni o cobalto come i malpensanti potrebbero sostenere, bensì per un cosiddetto “doping curativo”.
Gli ispettori norvegesi proprio in occasione del Gran Premio del 9 giugno hanno infatti riscontrato tracce di Triamcinolone Acetonide, un cortisonide che viene utilizzato nelle cure antiinfiammatorie, ma che deve essere “smaltito” dall’organismo prima di poter partecipare alle competizioni.
Secondo quanto ha spiegato Stefano Simonelli, proprietario del figlio di Mago D’Amore agli ispettori norvegesi che si sono recati anche presso il centro di allenamento in Toscana dove risiede Urlo dei Venti. Il cavallo era stato sottoposto a una terapia antiinfiammatoria a un arto l’11 maggio, qualche giorno dopo la vittoria nel Lotteria. Considerato che i tempi sospensioni dichiarati anche in Norvegia sono di 28 giorni si è quindi deciso di correre a Oslo, prova che veniva 29 giorni dopo la cura, ma evidentemente l’organismo di Urlo dei Venti non è riuscito a metabolizzare del tutto la sostanza.
Ora il cavallo è stato allontanato, in via precauzionale dalle gare per tre mesi a partire dal 6 luglio, fino al 6 ottobre, in attesa delle controanalisi. La linea difensiva dell’entourage del trottatore tenderebbe a dimostrare proprio con il secondo esame la presenza di una quantità davvero esigua di sostanza che confermerebbe la tesi del mancato smaltimento da parte dell’organismo rendendo il peccato abbastanza “veniale”. Intanto però sono a rischio anche gli oltre 150mila euro del premio. Si è trattato quasi certamente di una leggerezza, ma che certo rischia comunque di avere conseguenze davvero molto gravi.