Belfast, 16 luglio 2019 – Conosci te stesso, dicevano a Delfi: è uno dei criteri da tenere ben presente se si vuole incrementare un business già esistente, per trovarne i punti di forza da consolidare e quelli deboli, da sviluppare.
Ed è quello che hanno pensato anche a Belfast: il Ministero dell’agricoltura, dell’ambiente e degli affari rurali (DAERA) dell’Irlanda de Nord ha infatti commissionato uno studio di settore riservato al mondo dell’equitazione, proprio in vista delle azioni da intraprendere per dargli ulteriore slancio: e sono stati presi in considerazione tutti gli ambiti coinvolti, dallo sport alla riabilitazione equestre.
Il risultato? la filiera equina in Irlanda del Nord muove qualcosa come 235 milioni di Euro l’anno (la maggior parte dei quali spesi per mantenimento, addestramento e alimentazione dei cavalli), dà lavoro a 3.000 persone impiegate a tempo pieno e regolarmente assunte e appoggia le sue fondamenta su un patrimonio zootecnico di 34.000 tra cavalli e pony, per la maggior parte utilizzati nel tempo libero o per sport.
Nota bene: l’Irlanda del Nord conta in totale 1.852.000 abitanti, per cui ogni 54 persone c’è un cavallo; e mantenere un pony sulla Verde Isola costa mediamente 5.500 Euro l’anno.
Saremmo curiosi di sapere i risultati di una omologa inchiesta in Italia: ma quanto business sommerso mancherebbe ai fini statistici? l’eterno problema del nostro mondo equestre ed ippico, dove non si riesce ad avere l’attenzione delle istituzioni perché in termini di numeri ufficiali valiamo poco.