Parigi, 29 marzo 2019 – Il mondo del turf francese è molto preoccupato per l’effetto Brexit: in particolare, teme le lunghe ore di attesa che potrebbero fermare i cavalli da corsa ad ogni traversamento della Manica per i più svariati motivi (gare, riproduzione, cambi di proprietà).
Ogni anno sono circa 25.000 i cavalli da galoppo che si spostano dalla Francia alla Gran Bretagna e viceversa, a rimarcare la fratellanza ippica che lega i due paesi che è resa ancora più interessante dal loro tradizionale antagonismo, anche sportivo: e questo pacifico scambio potrebbe subire una vera e propria catastrofe se la faccenda Brexit terminasse in una soluzione senza accordo, o Hard Brexit.
In questo caso (che è solo uno dei tanti risvolti negativi che si avrebbero in questa situazione, ce ne rendiamo conto) aumenterebbero a dismisura costi aggiuntivi, tempi di trasporto e disagi per i cavalli costretti a viaggi molto più protratti nel tempo: un accordo tripartito tra Irlanda, Francia e Gran bretagna ha consentito fino ad oggi un sistema di trasporti veloce e facile fra i tre paesi, ma non sarebbe più possibile farlo in caso di uscita “brusca”, senza accordo della Gran Bretagna dalla Unione Europea.
Per questo i cavalli sono uno dei temi caldi della lotta tra Londra e Bruxelles: solo in Francia, lo ricordiamo, ci sono 47.000 persone che lavorano nella filiera equina.
Gli attori principali dell’ippica francese e britannica sperano in un accordo amichevole che metta al centro dell’interesse il benessere dei cavalli, che soffrirebbero di viaggi troppo lunghi e anche di eventuali uscite di controllo dai loro van su terreni non adeguati come l’asfalto, ad esempio: c’è infatti da considerare che stiamo parlando di cavalli da corsa spesso in piena attività agonistica, estremamente insanguati e al top della forma fisica.
Ma le ragioni della politica non guardano in faccia a nessuno, tantomeno sul muso di un cavallo: se le cose andranno per il verso peggiore, i cavalli del Regno Unito saranno trattati in Francia come cavalli provenienti da qualsiasi paese terzo e verranno sottoposti al controllo dei documenti e dell’identità, così come quelli sanitari e viceversa per quelli che andranno dalla Francia in Gran Bretagna.
Non ci resta che toccare ferro, e sperare per il meglio: ma anche per i più ottimisti è difficile credere che le cose potranno andare bene come adesso, al momento si può credibilmente puntare su un eventuale corridoio che dia la precedenza al trasporto di cavalli (e altri animali vivi) alle dogane di entrambi i paesi.
Una domanda abbastanza oziosa: secondo voi, perché non abbiamo preso in considerazione il traffico di cavalli tra Italia e Gran Bretagna?…
Fonte: AFP