Pisa, 13 dicembre 2018 – La storia di Laghat, il cavallo da corsa cieco, Enrico Querci l’aveva raccontata nel primo libro su di lui nel 2014, ormai arrivato a diverse ristampe: PSI baio oscuro, Laghat nacque nel 2003 nell’allevamento dell’Azienda Agricola Rosati Colarieti a Greccio ed è stato allenato da Mil Borromeo nonostante da puledro una micosi lo abbia completamente privato della vista da un occhio e dall’altro intraveda solo poche ombre.
Montato prima da Giuseppe Virdis e poi da Federico De Paola, Laghat ha raggiunto quota 26 vittorie in carriera e 46 piazzamenti su 123 corse disputate ed è stato ritirato dalle corse nel 2015.
Ma adesso Enrico Querci e Pacini Editore hanno fatto di più: un libro con la storia di Laghat dedicato ai bambini, illustrato da Vincenzo Basiricò che verrà presentato domenica 16 dicembre 2018 alle ore 12.30 all’Ippodromo di San Rossore.
Enrico, come vi è venuta l’idea di trasportare la storia di Laghat nel mondo dei bambini?
“Era l’idea originaria: avrei voluto scrivere il romanzo con un linguaggio per ragazzi. Poi mi è uscito in un’altra maniera e ho seguito l’ispirazione. Recentemente (fine ottobre) parlando con l’editrice Francesca Pacini ci siamo detti: perché non realizziamo una storia illustrata su Laghat in vista del Natale? Era una scommessa, visti i tempi ristrettissimi ma l’abbiamo vinta. Il 7 dicembre il libro era stampato.. Un grandissimo ringraziamento a Vincenzo Basiricò, l’illustratore (all’esordio editoriale) che è stato brevissimo e … velocissimo!”
Cosa può raccontare a loro (e a noi!) un cavallo così speciale?
“Che non bisogna arrendersi mai. Né chi ha un problema, un handicap, perché con la forza di volontà si possono raggiungere traguardi insperati, né per chi sta vicino alle persone/animali “diversi” perché con l’ascolto, la comprensione e l’aiuto si possono aiutare gli altri a raggiungere quei traguardi”.
Come sta Laghat adesso, come passa le sue giornate?
“Laghat ha quasi 16 anni, vive sempre con la sua compagna Cecere a San Rossore nella scuderia di Federico De Paola dove hanno una “suite” molto ampia con tanto di paddock privato. Sembra un puledro pronto a correre, è sempre bellissimo”.
Tu che lo conosci bene: cosa pensi di questo cavallo?
“Penso che ho avuto la fortuna di trovarmi di fronte a un cavallo veramente speciale. Non possiamo sapere quale sia la sua visuale del mondo che lo circonda, di certo è che è un cavallo che ha una vita fortunata e che nonostante sia diverso dagli altri, gli altri lo hanno aiutato a essere normale. Può essere una forma di insegnamento per i bambini e potrebbe essere un bel messaggio che l’ippica disastrata dei nostri giorni lancia a chi ci sottovaluta o non ci conosce. Perché di storie, di cavalli e uomini, l’ippica è piena e non è detto che non mi venga voglia di raccontarne altre!”
Noi aspettiamo con fiducia.