Milano, 21 settembre 2019 – Lanci, rilanci e segni della mano abilmente intercettati dagli urloni che, come ripetitori, trasmettono le offerte alla tribuna.
Ma a un certo punto: «150mila e uno, 150mila e due, 150mila e trrre».
Francese e con l’erre moscia, il banditore Pierrick Moreau, picchia il martello e con un colpo secco decreta il purosangue più pagato dell’asta: lo yearling figlio di mamma Sea the stars e di papà Snowfield.
A comprarlo al prezzo di una Porsche Cayenne (turbo e coupé) è un pool di proprietari, rappresentati per l’occasione dall’allevamento Grizzetti.
L’ippodromo La Maura, che per il terzo anno consecutivo ospita l’asta selezionata di Purosangue Inglesi da galoppo, è un salotto di public relations e di lunghe contrattazioni.
Si contratta di fronte alle scuderie, prima che l’asta apra.
Lo si fa, silenziosamente, dai tavolini e gli spalti delle tribune che circondano il ring, dove – elegantissimi – sfilano i giovani Purosangue, che hanno appena compiuto un anno.
Mentre dalle transenne del presentation ring, dove i cavalli passeggiano prima di finire sotto i riflettori, ci si sporge per cogliere una zoppìa o la muscolatura di un potenziale campione.
«Da oggi mi aspetto grandi risultati, ho notato che i proprietari hanno voglia di spendere» – dice, mentre sfoglia freneticamente il catalogo, il presidente della Società gestione aste Giampiero Soccini.
Ha appena acquistato un Purosangue e corre a vederlo.
In effetti è vero quello che si dice: quello degli amatori dei Ourosangue è un salotto-bene, dove tutti conoscono tutti.
A uno dei primi tavolini siedono i Botti, conosciuta famiglia di allevatori di cavalli da corsa e specularmente, dall’altra parte del ring, i loro storici concorrenti: i Grizzetti.
Non passa inosservata in platea Tiziana Linda Sozzi, il primo fantino donna d’Italia, che dagli spalti si avvicina ad altri due nomi noti nel mondo dei Purosangue: gli allevatori Brischetto, che per 17 anni hanno custodito nelle loro stalle il gioiello da 10milioni di euro, Varenne.
Primo trottatore al mondo e stallone ineguagliabile.
«Ora è anziano e si gode una pensione da principe. Ma ai tempi d’oro è riuscito a mettere al mondo 1500 figli», sussurra Roberto Brischetto.
“Bucano” l’asta invece due grandi assenti dalla Scala: il (ancora per poco) sovrintendente e direttore artistico Alexander Pereira e il regista Davide Livermore, conosciuti nell’ambiente per essere dei grandi appassionati.
«Per frequentare questo mondo e non farsi male c’è bisogno di grande studio e attenzione – dice sempre il presidente di SGA, Giampiero Soccini– il contesto mondiale è difficile: in America girano capitali spaventosi, anche se noi italiani ci difendiamo bene, perché abbiamo ottimi allevamenti. Le scommesse sui cavalli sono tra le più nobili, devi essere un grande conoscitore per sperare di vincerle e non è un caso che abbiano intrigato le grandi menti di Hemingway, Bukowski e Luciano de Crescenzo».
Ore 18.30: l’asta chiude. Il presidente Soccini ha colto nel segno con la sua premonizione: l’edizione di quest’anno stravince sulle precedenti, totalizzando un capitale-record superiore a 2 milioni e 350mila euro.
Qui il catalogo completo dell’asta