Il caso è stato sollevato dalla protezione animali norvegese, la nevrectomia a cui è stato sottoposto il cavallo, a entrambi gli anteriori, consiste nell’asportazione di un nervo, o di una parte di esso, in funzione antidolore. Tale pratica in Svezia non permette ai cavalli sia di correre sia di funzionare come riproduttori.
In Svezia si difendono dalle accuse in quanto il cavallo sarebbe stato esaminato da una commissione di veterinari che avrebbe accertato la piena sensibilità in entrambi i piedi e dato il via libera per l’ingresso in pista. Il debutto di Propulsion sulle piste svedesi risale al 2015, in carriera l’americano ha passato il traguardo per primo in 31 corse su 58 disputate.
C’è anche una questione burocratica, la documentazione sarebbe incompleta e soltanto all’ente Svenks Trav (il governo dell’ippica svedese) sarebbe giunta nella totalità mentre, per sbadataggine, ci sarebbero incongruenze nella documentazione che accompagna in cavallo. Per la scuderia Stall Zet, proprietaria di Propulsion, in caso di squalifica sarebbe una mazzata incalcolabile non solo dal lato economico ma anche sull’aspetto dell’immagine.
In Scandinavia non mancano i motivi per ciò che è inerente all’etica; la squalifica comminata al nostro Alessandro Gocciadoro per le frustate inferte a un cavallo, da un artiere del suo team, durante lo svolgimento di una seduta di allenamento. Anche i francesi attaccano l’organizzazione svedese per il fatto che permettono a un cavallo come Propulsion di correre senza averne i requisiti, mentre, per una scorrettezza di quelle che se ne vedono tante, è stato preso un severissimo provvedimento di distanziamento dell’allievo di Gabriele Gelormini, il 6 anni Earl Simon.
Il il campione della scuderia Santese il norvegese Cokstile, giunto secondo nella finale dopo una straordinaria batteria vinta alla grande subendo duri attacchi, sta alla finestra e nel caso di vittoria a tavolino, non sarebbe uno scandalo; Cokstile, per come ha corso, se la sarebbe meritata comunque.