Milano, 13 novembre 2017 – Nel giro di due ore ieri, all’Ippodromo di San Siro, sono morti due cavalli: si tratta di Segona, una cavalla di 6 anni che si è fratturata sopra al ginocchio durante il Premio Lainate e di Roches Cross, castrone di 9 anni, che al penultimo ostacolo della Gran Corsa Siepi è caduto rovinosamente piegando malamente il collo ed è rimasto a terra. Entrambi i cavalli provenivano dalla Repubblica Ceca.
In quella che era la giornata di chiusura della stagione 2017 a San Siro può stupire che tutti e due i caduti (che di caduti sul lavoro si tratta, in effetti) fossero cechi, ma guardando i partenti delle gare di ieri con occhio meno superficiale si capisce subito il perché, è un mero fatto statistico: per il Premio Lainate 9 su 12 appartenevano a scuderie dell’Est Europa, nel Gran Premio Siepi (gruppo 1, 95.000 Euro di montepremi) erano 6 su 8, lo stesso Roches Cross faceva parte della scuderia del famoso Jospeh Vana che a San Siro aveva altri 5 cavalli iscritti
Nella Repubblica Ceca c’è ancora una grande tradizione per le corse in siepi o steeple chase, al contrario dell’Italia dove scuderie, allenatori e fantini sono oggi ridotti al lumicino.
Ieri il terreno era molto pesante e faticoso a San Siro, la presa a terra dopo l’ostacolo probabilmente non era delle migliori e in quelle condizioni un cavallo può scivolare, riceversi male e ci sono da tenere in conto anche i possibili errori dei jockey – di pochi giorni fa una telecronaca da Oteuil, in Francia, dove i due telecronisti inglesi facevano notare come in caso di problemi di equilibrio la miglior cosa da fare per il fantino sarebbe non intervenire e lasciar fare al cavallo, perché molto spesso ogni intervento non può fare altro che metterlo in difficoltà; sono cavalli di mestiere, che sanno aggiustarsi da soli se lasciati liberi di farlo.
Invece per Segona e Roches Cross è andato storto tutto, proprio tutto: capita ovunque, anche in passeggiata che un cavallo cada e si faccia male, certo.
Ma è così duro vederli correre impegnati al massimo e così belli e coraggiosi e poi cadere e non rialzarsi più, o in condizioni così gravi da dover essere abbattuti.
E’ duro per tutti, per gli animalisti e gli spettatori, per i veterinari e gli allenatori, per i fantini e i proprietari e per i groom.
Non c’è differenza.