Milano, domenica 20 settembre – Federico Tesio è stato il padre fondatore dell’ippica mondiale, il Premioche lo onora e che rappresenta per Milano una delle sue prove più attese della stagione mantiene il suo fascino e attira l’attenzione degli ospiti. Negli ultimi anni l’albo d’oro della classica è stato marcato a ferro e fuoco da Stefano e Alduino Botti, quest’anno invece il podio è stato totalmente di marca straniera, come d’altronde faceva intendere il betting: la formidabile tedesca Stex si è dimostrata cavalla in grande ascesa, capace di infilare la quarta vittoria di fila, la più importante della sua carriera. A Milano aveva già vinto il Premio del Giubileo Gr. 3, si era ripetuta in Listed a Merano, sempre contro le sole femmine, oggi ha imposto l’alt ad un soggetto solidissimo come Royal Julius. Perfetto in sella all’allieva di Roland Dzubasz, Michal Abik, che in testa ha amministrato a dovere i parziali e in retta ha ribattuto benissimo all’attacco del francese di Jerome Reyner, costretto come già lo scorso anno (dietro Chestnut Honey) al posto d’onore, a una lunghezza e mezza dalla rivale. Sul gradino più basso del podio è salito Boulevard, che la nostra Jessica Marcialis ha montato con estrema accortezza, sfruttando la scia della vincitrice almeno fino ai 250 finali: lì l’allievo di Charley Rossi ha un pò mollato la presa ma il terzo posto era ormai al sicuro. Gli altri infatti sono arrivati staccati: Brasilian Man dopo aver corso ai lati della vincitrice è calato a traguardo lontano, probabilmente non a suo agio sul terreno troppo scorrevole, e così a disputarsi il quarto posto sono stati Thunderman e Walderbe, con il bottiano capace di rintuzzare il tedesco.
La prima delle pattern del pomeriggio è stato il Premio del Piazzale, il Gr. 3 sui 1700 metri in pista grande intitolato a Enrico Camici. C’era fiducia nelle possibilità di riscatto di Out of Time dopo le ultime prove non esaltanti: il piccolo ma generosissimo portacolori della Giglio Sardo ha fatto la sua parte, ma l’ospite tedesco Potemkin si è rivelato esattamente per quel che si temeva alla vigilia, ovvero un osso durissimo. D’altronde il portacolori di Klaus Allofs (un passato glorioso da calciatore) è un soggetto molto titolato, era stato capace di vincere il Premio Roma nel 2016 ma a 9 anni è ancora competitivo come indicava il recente quarto posto in un Gr. 3 a Baden-Baden che rappresentava una linea molto solida. Il suo jockey Dennis Schiergen in mancanza di front-runner lo ha portato davanti a scandire ritmo regolare e costante, in retta l’allievo di Simon Stokes ha ingranato la marcia alta e si è disteso bene senza mai dare speranze ai rivali. Out of Time è stato costretto a muovere a traguardo lontano, ha affiancato Mission Boy in seconda linea, non ha recuperato sul vincitore ma ha difeso il posto d’onore da un Wonnemond parecchio sfortunato, intralciato nella fase iniziale da Mission Boy e che poi ha faticato a trovare il varco nei 300 finali: quando lo ha trovato, il tedesco è finito a bomba mettendo i brividi ad Out of Time per il secondo posto. Gli altri due bottiani Mission Boy e Pensiero D’Amore hanno lottato a lungo per il secondo posto e sono terminati vicini, Dantes invece ha concluso alla retroguardia.
A salvarci da un possibile “cappotto” straniero è stata Party Goer nel Premio Elena e Sergio Cumani, il Gr. 3 sui 1600 metri della pista grande per le femmine di 3 anni e oltre: la Dioscuri è avanzata a centro pista in dirittura in anticipo sulla favorita Silbelpfeil, ha superato di slancio la generosissima Musa D’Oriente e nel finale ha controllato l’attacco della francese: la cavalla di Alduino Botti ha allargato nell’ultimo furlong disturbando la rivale ma la Giuria ha convalidato l’ordine di arrivo, a nostro avviso giustamente visto che l’ospite non è mai riuscita ad agganciare la vincitrice. Non era facile ribaltare la linea del Bessero, Party Goer ci è riuscita con la migliore performance della carriera. Una nota di merito per Antonio Fresu, jockey in gran forma nel periodo. Buon terzo posto per Visions, che ha corso al traino di Musa D’Oriente tentando poi vanamente di arginare l’avanzata di Party Goer e Silbelpfeil: la Musa ha tentato il solito percorso d’avanguardia, ma ai 400 finali è calata.
Intitolata a Daniele Porcula maiden per i 2 anni sui 1200 metri che ha aperto la riunione. Ulteriormente migliorato con il paraocchi, Aurel si è reso autore di un bel percorso d’avanguardia ribaltando la recente linea che lo aveva visto terminare alle spalle di Convivio. Stavolta il portacolori di Aurelio Golino, training di Luciano Vitabile e monta di Silvano Mulas, ha guadagnato senza troppa spesa testa della corsa e steccato e ha potuto amministrare i parziali, scortato da Nuovo Mondo che solo ai 300 finali ha aumentato il pressing: Aurel però ha risposto bene controllando sino in fondo il rivale e chiudendo con mezza lunghezza di vantaggio sullo stesso. Dietro i due per vie interne ha concluso Casus Belli rimontando Convivio: quest’ultimo, favorito al betting, ai 300 finali ha provato a scattare al largo ma non è riuscito a cambiare azione.
Quella dei purosangue arabo è una realtà in crescente espansione: non a caso l’UAE President Cup, la tappa italiana del circuito internazionale che l’ippodromo di San Siro ospita da alcuni anni, ha assunto sempre maggiore rilevanza richiamando la presenza di importanti scuderie straniere e guadagnandosi il rango di Gr. 2. Anche l’edizione di quest’anno ha proposto un campo partenti di spessore, e a trionfare sono stati i colori della Athbah Stud, anche se non con il più atteso Mehdhaaf Atbah bensì con la femmina Jaazmah Athbah: con la monta precisa di Gerard Mosse, la cavalla allenata da Jean Francois Bernard si è avvicinata progressivamente in retta a Shadwanalkhalediah e Flying High, in dibattito aperto già a traguardo lontano, per passarli nettamente nei 100 finali. I due battuti si erano già incontrati a Pisa, e anche stavolta è stata la portacolori olandese a precedere il rivale: soltanto quarto il grigio Medhaaf Athbah, mai capace di entrare nel vivo della corsa.
Bella conferma di Sensational Guy nel Premio Sobretta, l’handicap per cavalli di 3 anni sulla severa distanza dei 2400 metri: l’allievo di Marco Gonnelli è soggetto in netto progresso, oggi ha dimostrato di essere dei 2400 metri: l’allievo di Marco Gonnelli è soggetto in netto progresso, oggi ha dimostrato di essere attrezzato per le distanze selettive: con Dario Vargiu il figlio di Benvenue ha corso all’estrema attesa, è avanzato in retta in scia a Nayleaf, poi è uscito benissimo alla distanza travolgendo il battistrada Nuncepossocrede, andato via ad andatura regolare e ancora valido secondo. Bene anche Giorgius e Alcanto, terminati agli altri posti del marcatore.
Di nuovo in azione i fondisti nel Premio Monterosa -Memorial John Dunlop, HP di classe B sui 3000 metri della pista grande. L’inesperienza ha giocato un brutto scherzo al 3 anni Fortunino che al comando, nell’approcciare la prima curva, ha scartato eliminandosi: sull’uscita di scena del favorito Deplusenplus ha mosso dalla retrovie passando al comando e aumentando gradualmente l’andatura che sino a quel momento era stata molto ridotta: la gara si è risolta in una spettacolare volata, con a metà retta un ventaglio di cinque soggetti su di una linea: ai 150 finali sono rimasti Northsea Star e Caterpillar, ed è stato proprio il portacolori della Scuderia Concarena allenato da Marco Gasparini e ben montato da Gavino Sanna, a prevalere nei metri finali lungo lo steccato. Ottimo terzo a contatto l’altro Gasparini Tout A Fait, autore di promettente rientro.
A chiudere l’intenso pomeriggio all’ippodromo Snai San Siro Galoppoil Premio Cancelli, lHandicap Principale di classe A per i velocisti sui 1200 metri: gara tiratissima, con American Coffee leader iniziale ma in calo ai 400 finali: a sbucare a sorpresa è stata Irish Girl, con Alessandro Fiori in sella: che fosse in forma, lo si sapeva ma la cavalla di Mariolino Esposito è stata capace di infilzare rivali di ottimo livello. Fra tutti il solito straordinario Django, che ha corso in prima linea praticamente sin dal via ed è stato l’ultimo ad arrendersi alla vincitrice, mentre con un finale a effetto degno dei giorni migliori il “vecchio” Harlem Shake ha concluso al terzo posto su Yakima e Bloody Love.
Ufficio stampa Ippica –Ippodromi Snai