Bologna, mercoledì 26 giugno 2024 – La storia del gioco sui cavalli affonda le radici nell’antichità in modo davvero affascinante. L’interesse per le corse e la possibilità di scommetterci non solo ha avuto un impatto significativo sulla cultura e sull’economia di molte società, ma ne ha riflettuto i cambiamenti sociali e tecnologici. La società dell’antica Grecia ci da le prime testimonianze dell’interesse sulle corse con i carri, evento principale anche durante i Giochi Olimpici, ai giorni nostri neppure catalogate tra gli sport e con l’equitazione addirittura a rischio tra le discipline contemplate alle Olimpiadi…i tempi cambiano. La passione per il gioco e le scommesse è continuata in epoca romana, questo ha contribuito a tener viva la tradizione delle corse di cavalli in posti unici come il Circo Massimo di Roma, dove spettatori di tutte le classi sociali potevano scommettere.
Sotto questo aspetto il gioco può essere visto come esempio di uguaglianza e democrazia visto che nessuno davanti alla dea Fortuna ha mai avuto privilegi, se non quello di decidere l’ammontare della propria giocata. Questa idea di “egalitè” nel gioco si ridimensiona nel Medioevo, in Francia ed Inghilterra le scommesse diventano un passatempo per aristocrazia e nobiltà, un modo per mostrare ricchezza e prestigio, mentre in Italia i “secoli bui” hanno confinato queste pratiche ai limiti della persecuzione religiosa. Per fortuna il Rinascimento ha ravvivato il piacere del gioco, sviluppando le scommesse organizzate, dando vita alle corse moderne con la nascita delle prime piste e con la formalizzazione dei regolamenti, questo in gran parte voluto da Enrico VIII. Forse non tutti sanno che Enrico VIII fu uno dei giocatori d’azzardo più incalliti, magari non fortunato, perse al gioco pure le campane della chiesa di St. Paul, però era pur sempre il Re…fece impiccare chi le vinse battendolo al gioco, per tradimento.
Gioco accessibile per tutti con Enrico VIII tranne che per l’esercito, che doveva restare concentrato per le guerre, ma questa apertura dall’aristocrazia al popolo portò nel XVII secolo alla nascita di eventi come Royal Ascot che ancora oggi affascina il mondo; il coinvolgimento della classe media rese le scommesse un fenomeno di massa. Un secolo dopo, l’evoluzione delle corse e del gioco fu cruciale con nuovi regolamenti per garantire la trasparenza e l’equità delle corse, la nascita del Jockey Club segnò un passo importante per regolamentare gare e scommesse. Come Ascot, il Kentucky Derby e i Grandi Premi internazionali consolidarono la cultura del gioco che al passo con lo sviluppo tecnologico, beneficiò della nascita della fotografia per l’ufficialità degli arrivi e del “totalizzatore” che raccoglieva le puntate distribuendo il montepremi ai vincitori dopo aver detratto una percentuale per l’organizzatore.
Ora la possibilità di scommettere online ha fatto raggiungere un pubblico vastissimo togliendo però molti spettatori agli ippodromi, giocare ogni evento ha radicalmente trasformato il settore, togliendo importanza e attenzione agli eventi principali. La storia delle scommesse ippiche testimonia la capacità di un’antica tradizione di adattarsi e prosperare attraverso i secoli, riflettendo l’evoluzione della società e delle tecnologie che l’hanno accompagnata. Molti potranno temere che l’evoluzione portata dall’intelligenza artificiale possa cancellare progressivamente le conquiste delle corse di cavalli e del gioco a loro associato, ma nessun algoritmo è riuscito a predire tutti i vincitori delle corse di una riunione…per ora.