La vittoria del purosangue, nato in Italia e allenato dal trainer italiano Andrea Marcialis, rappresenta un elemento di rivalsa della nostra piccola e malata ippica (dal punto di vista del galoppo), che in passato ha vissuto un’epoca d’oro. È una reazione contro l’establishment degli sceicchi e dei paesi ippicamente sviluppati, è un moto rivoluzionario contro il nostro sistema-corse che non valorizza e che permette senza contrasti la fuga dei talenti e dei cervelli all’estero. Insomma Way to Paris sta a significare che il nostro galoppo è, seppur con fatica, ancora vivo.
Quali sono le prospettive del nostro magnifico grigione che a sette anni ha vinto il suo primo Gruppo1? L’obiettivo naturale sarebbe uno, quello delle King George VI & Queen Elizabeth Stakes Gruppo1, ma quasi certamente il trainer Andrea Marcialis starà fermo e buono anche per la poca predisposizione al viaggio del grigione.
Way To Paris ad Ascot incontrerebbe un campo partenti ovviamente di livello, ma non corposo. Anni fa questo coraggio lo avremmo avuto. Ma il figlio di Champs Elysees e Grey Way allevato da Franca Vittadini e fratellastro di Distant Way vincitore di 2 Repubblica G1, ha bisogno di una pausa, un riposo meritato che gli verrà senza dubbio concesso. Come riferito da Andrea Marcialis ora starà fermo e poi rientrerà a Settembre nel Prix Foy G2, tradizionale trial di preparazione per gli anziani in vista dell’Arc de Triomphe.
Fonte: www.mondoturf.net