Bologna, 26 giugno 2017 – L’Italia vince le Coppe delle Nazioni di Roma e San Gallo dopo aver ottenuto la quarta posizione a Lummen (più la vittoria di Linz, che è nella Seconda Divisione, ma è pur sempre una vittoria), conquista il terzo posto a Rotterdam e balza in testa alla classifica della Prima Divisione d’Europa. Il giorno successivo alla Coppa di Rotterdam, Alberto Zorzi vince il Gran Premio del Global Champions Tour di Montecarlo (quinto italiano nella storia dopo Gianni Govoni, Emanuele Gaudiano, Piergiorgio Bucci e Lorenzo de Luca a iscrivere il proprio nome in una tappa del circuito mondiale) e raggiunge il terzo gradino nella classifica del Tour superando Lorenzo de Luca che detiene il quarto posto. Lo stesso Lorenzo de Luca – decimo nella finale della Coppa del Mondo di Omaha – nel mese di giugno 2017 raggiunge la quarta posizione nel ranking mondiale dei cavalieri di salto ostacoli stabilendo così un record assoluto per la storia azzurra. Nel Gran Premio Roma a Piazza di Siena Alberto Zorzi sfiora la storica vittoria – storica almeno tanto quanto quella in Coppa delle Nazioni – ottenendo il secondo posto, mentre finalisti come lui sono Lorenzo de Luca, Emanuele Gaudiano e Giulia Martinengo Marquet. A inizio stagione Paolo Paini sulla cavalla italiana Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio vince il Gran Premio dello Csio a cinque stelle di Al Ain (la sua prima vittoria in GP in assoluto!), Emanuele Gaudiano vince il GP a quattro stelle di Hagen su Caspar, Juan Carlos Garcia vince il GP a quattro stelle di Poznan su Gitano, mentre i piazzamenti azzurri nei primi dieci posti di Gran Premi internazionali non si contano (e anche vittorie in GP internazionali minori) con una schiacciante prevalenza però di quelli firmati da Alberto Zorzi e Lorenzo de Luca. L’Italia può contare su un gruppo di cavalieri che con i loro primi cavalli formano un nucleo davvero forte al quale attingere di volta in volta per i vari impegni da affrontare in Prima Divisione: Alberto Zorzi, Lorenzo de Luca, Piergiorgio Bucci, Emanuele Gaudiano, Bruno Chimirri, Luca Marziani, Juan Carlos Garcia, Gianni Govoni, Paolo Paini, Emilio Bicocchi. Più tutti coloro i quali dispongono di cavalli in crescita e utili in prospettiva futura.
Una situazione generale davvero entusiasmante, inebriante, idilliaca. Come da secoli non abbiamo vissuto in Italia, certamente mai da dopo la fine del periodo aureo firmato dal quartetto fratelli d’Inzeo, Graziano Mancinelli, Vittorio Orlandi. Il valore medio è dunque altissimo, però non dobbiamo nasconderci una realtà di fatto: un impulso non da poco a tutto questo meraviglioso movimento azzurro lo stanno dando in particolare i cavalieri italiani che vivono e lavorano tra Belgio, Olanda e Germania. C’è stato chi in un recentissimo passato si è scagliato con ira furibonda contro il cosiddetto fenomeno dei cavalieri italiani all’estero, sostenendo che quegli stessi cavalieri sarebbero stati costretti a “fuggire” da un’Italia e da una federazione talmente “orribili” (tra virgolette le espressioni letterali) da non rendere quasi più possibile il montare a cavallo nel nostro Paese… e che il progetto da attuare il più rapidamente possibile da parte di una qualunque federazione diversa da quella sarebbe dovuto essere quello di riportare a casa i figliuoli dispersi oltre i confini di un mondo cattivo. Ma si è trattato di un argomento utilizzato in modo talmente strumentale nei toni e nei contenuti da rivelare adesso tutto il suo effimero valore: cioè meno di zero. Infatti oggi gli accenti rabbiosi sul tema sono magicamente evaporati, anche perché per fortuna il presidente della Fise Marco Di Paola appena eletto ha tacitato i più facinorosi dichiarando che non solo quei cavalieri stanno bene dove stanno, ma che la Fise dovrebbe in realtà creare le condizioni affinché altri li possano raggiungere… Giustamente: poiché oggi senza la realtà di quei… figliuoli dispersi oltre i confini di un mondo cattivo probabilmente i due terzi della meravigliosa situazione che abbiamo descritto non esisterebbero.
Tra loro è innegabile che Alberto Zorzi e Lorenzo de Luca vivano una situazione molto diversa rispetto a quella di Piergiorgio Bucci ed Emanuele Gaudiano, i quali gestiscono una scuderia propria con tutti gli oneri che ne conseguono: i primi due invece montano per le due più importati scuderie di commercio del mondo. Per tutti loro il vantaggio di trovarsi nel cuore dell’Europa del salto ostacoli con tutto quello che di positivo e utile ciò comporta, ma per Alberto e Lorenzo (e di conseguenza per tutto il salto ostacoli azzurro) qualche opportunità in più. Premesso che i due giovani campioni azzurri montano divinamente bene ed è per questo che si trovano dove ora si trovano facendo quello che stanno facendo, quali sono nel concreto i vantaggi di cui beneficiano grazie a questa loro situazione? Certamente la disponibilità di un gruppo di cavalli favolosi e soprattutto in gran quantità, come pochi altri cavalieri al mondo si possono al momento permettere. In secondo luogo entrambi partecipano senza alcuno… sforzo economico personale a tutto il circuito del Global Champions Tour: il che significa – grazie ai loro risultati strabilianti – molti punti a disposizione per la computer list mondiale con tutto quello che di utile e positivo ne consegue. Terzo, un aspetto ovvio: la vita di cavalieri inseriti in quelle scuderie permette loro di essere ogni fine settimana (tutte le settimane) in concorso, con i cavalli di primo livello nei grandi appuntamenti internazionali oppure con i soggetti giovani e in crescita in gare minori e di ‘lavoro’. E poi organizzazione. Cosa vuol dire organizzazione? Vuol per esempio dire che Alberto Zorzi non ha la minima idea di che regime alimentare seguano i suoi cavalli, vuol dire che Lorenzo de Luca riceve via email o via whatsapp i biglietti degli aerei che deve prendere, che entrambi non si devono preoccupare di maniscalco, veterinario, trasporti, iscrizioni, sponsor, telefonate, email, né tantomeno di clienti, di mercato, di manutenzione, di rapporti, niente di niente… solo ed esclusivamente di montare a cavallo dodici ore al giorno. Il che è un impegno pazzesco, questo è fuor di dubbio. Però quanti tra tutti gli altri cavalieri azzurri di primo livello possono dire altrettanto? Perché il punto non è ‘essere all’estero’, bensì essere in quelle scuderie: Piergiorgio Bucci ed Emanuele Gaudiano sanno bene di cosa si sta parlando…
Quanto sia difficile lo sport equestre per il fatto che due atleti ed esseri viventi devono unirsi per dare vita a un’entità unica lo sappiamo tutti. Non basta il grande cavaliere da una parte e il grande cavallo dall’altra: bisogna essere grandi insieme. Il cavallo mette la qualità potenziale, ma il cavaliere deve saperla far nascere prima e valorizzare poi: altrimenti quella qualità potenziale a nulla serve. I cavalli a disposizione di Zorzi e de Luca sono eccellenti, ma se loro non li montassero così bene i risultati non ci sarebbero. E la stessa cosa vale per tutti gli altri formidabili binomi azzurri di questo momento. I cavalli quindi sono la materia fondamentale: chi la sappia maneggiare ce l’abbiamo in Italia, e diremmo anche a iosa poiché i nostri cavalieri in generale producono un valore medio altissimo, certamente pari se non superiore a quello dei loro colleghi di altre nazioni. E’ quindi su questo fronte che adesso in Italia si deve lavorare, sfruttando l’entusiasmo e l’euforia generati dai nostri bellissimi risultati. Bisogna aumentare e migliorare costantemente il parco cavalli a disposizione perché basta che solo uno o due dei nostri soggetti di punta abbiano un calo di forma, una flessione di rendimento (guardate cosa sta succedendo a Zenith con Jeroen Dubbeldam… il binomio campione del mondo e d’Europa in carica!) o un infortunio di qualche genere per condizionare un risultato o un insieme di risultati. E guardiamo il caso di Casallo Z, Ottava Meraviglia, Tokyo du Soleil, Tower Mouche, Caspar, Ares: tutti cavalli che hanno cominciato il lavoro e la carriera agonistica da tempo sotto la sella dei loro attuali eccellenti cavalieri, con costanza e continuità fin da giovani, e adesso i frutti sono maturati. E sono gustosissimi. Qual è dunque il messaggio da rivolgere a sponsor e proprietari? Comprate cavalli, affidateli ai nostri cavalieri e abbiate pazienza e costanza. Una volta la risposta era inevitabile: sì, per poi fare cosa? Le squadre non vincono, per le Olimpiadi non ci qualifichiamo, nei campionati internazionali non emergiamo… se mi arriva l’offerta buona io vendo, cosa me ne faccio di un cavallo eccellente inserito nel nulla? Ebbene, adesso quel nulla non c’è più: adesso ci sono squadre, ci sono vittorie, i cavalli buoni vengono valorizzati, quelli giovani crescono senza fretta e pressione, le ambizioni sono alte, i traguardi prestigiosi. Non siamo diventati di colpo i migliori del pianeta, ma nemmeno l’ultima ruota del carro come fino a non molto tempo fa. La macchina si è finalmente messa in moto: una bella spinta iniziale l’hanno data Jan Tops e Stephan Conter ma tutto il resto del movimento è autonomo e auto gestito e parte da lontano. Più carburante si metterà nel serbatoio e più a lungo durerà questo meraviglioso viaggio. Per la gioia e la soddisfazione di tutti: alla scoperta di mondi per noi ancora sconosciuti…