Bologna, lunedì 22 luglio 2024 – Per qualcuno le Ponyadi sono la manifestazione più bella tra quelle organizzate dalla Fise. Sicuramente sono la più appassionante, spontanea, coinvolgente ed emozionante. Ma non solo. Uscendo dalla logica delle classifiche, le Ponyadi dovrebbero essere più di una manifestazione. Sono una call to action vera e propria. È ormai acquisito anche fuori dagli ambienti equestri che il cavallo abbia indubbi benefici non solo ludici e motori sulla vita delle persone, ma anche sociali e soprattutto terapeutici.
Il suo avvicinamento ai più giovani è quindi un valore sociale aggiunto, un bene diffuso e pubblicamente riconosciuto. Ecco allora che alle Ponyadi riconosciamo facilmente un valore educativo e sociale enorme, ma non ne facciamo il punto di partenza per un’azione più ampia e incisiva, capillare e diffusa come invece potremmo. Cerchiamo di spiegarci. All’estero lo chiamano Caprilli Day. Una giornata intera in cui, nel nome del grande maestro, tutti i centri ippici aprono le proprie porte alle scuole, favorendo l’avvicinamento per la prima volta di migliaia di ragazzini al cavallo. Classi di ogni ordine e grado quel giorno si trasferiscono al maneggio e istruttori, amazzoni, cavalieri e tecnici regalano a una generazione di giovanissimi l’emozione di montare per la prima volta. Come fare? Un accordo tra Federazione e Ministero dell’Istruzione e del Merito, simile ai progetti federali Cavalstudiando o anche Equiginnasticando, che tanto successo hanno già avuto in Italia, e poi la proiezione up to down ai circa duemila centri ippici italiani.
Ma non è la sola. A scuola oggi si studia di tutto, a volte anche con scelte di dubbio buonsenso. I gruppi sportivi delle discipline più diffuse, per combattere il calo demografico, hanno occupato militarmente le scuole primarie. Gli sport equestri non ci sono. Con rispetto per tutte e 47 le Federazioni del Coni, nessuno sport ha il valore didattico-formativo dell’attività equestre, in cui ragazzine e ragazzini gareggiano assieme, l’empatia e il rispetto per il cavallo sono imprescindibili e l’inclusione e la sostenibilità sono best practice acquisite ante litteram, prima ancora che fossero sulla bocca di tutti.
La scuola è il vero driver della società e del futuro. Bisogna entrarci non solo con progetti mirati come quelli sopra citati, ma con una pianificazione strutturale e territoriale che metta gli sport equestri almeno sullo stesso piano delle altre discipline. Questo è il messaggio delle Ponyadi. Bellissime certo. Ma non solo. Illuminanti.
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