Vigevano, 3 gennaio 2024 – Pochi giorni fa scrivevamo di sicurezza in ambito equestre: cade a fagiolo un articolo scritto per il numero di Cavallo Magazine deidcato ai pony, e uscito in concomitanza con l’ultima Fieracavalli Verona.
Quale è l’elemento più importante da tenere in considerazione se pensiamo alla sicurezza, quando montiamo in sella?
Sicuramente è il pony, perché al centro di tutto c’è lui.
Il nostro compagno di squadra, l’altra metà del nostro binomio.
E probabilmente anche il motivo principale per cui ci ritroviamo in sella. Perché tante volte è proprio la voglia di stare vicini ai cavalli (grandi o piccoli che siano) che ci ha fatto scegliere questo sport.
E proprio da lui e dal rapporto che riusciamo a instaurare insieme dipende tanta parte non solo del nostro divertimento, ma anche della nostra sicurezza.
Ma quale è il pony giusto per un bambino o una bambina che vogliano cominciare a montare a cavallo?
Lo abbiamo chiesto a Chiara Lydia Polizzi, istruttrice del Polizzi Jumping Team Asd di Vigevano.
“É molto importante che il pony abbia la dimensione giusta per quel determinato bambino o bambina” precisa Chiara, “da terra gli occhi dell’uno devono essere alla stessa altezza di quelli dell’altro. Questo è fondamentale perché si riesca a instaurare il giusto feeling, e anche perché le loro forze siano proporzionate. Non ha importanza la razza, qualsiasi tipo di pony può essere buono o cattivo: questo dipende solo da come è stato domato e dalle mani per cui è passato. Certo gli Shetland, che sono particolarmente contenuti come dimensioni, sono ideali per i bambini ai primi passi dai 2 ai 6 anni di età. Poi ci sono anche i Connemara, i Gipsy e tanti, tanti altri compresi quelli che non appartengono a una razza ben precisa”.
Quindi cominciare da un buon rapporto da terra, passando del tempo col nostro amico pony e abituandoci a come si muove, come si comporta: a conoscerlo insomma, proprio come facciamo con i nostri compagni di scuola.
Ma c’è un trucco per diventare più sicuri in sella?
“Tantissime persone che oggi sono campioni di Salto ostacoli, Dressage e Completo hanno cominciato con i Pony Games: e non è un caso. Intanto perché è una disciplina divertente, e quindi ti fa imparare in modo piacevole. Lì impari che se cade una tazzina non succede niente di grave, semplicemente smonti di sella, la rimetti a posto, rimonti in sella e riparti. E tutto quel su e giù ti insegna ad avere una grande capacità di coordinazione motoria, allena l’agilità e anche il coraggio perché ti abitui a buttarti giù dal pony in tutte le situazioni possibili. Poi dopo due o tre anni di Pony Games c’è di solito il passaggio ad altre discipline: ma intanto abbiamo imparato a fare cose che ci saranno utilissime per sempre, anche con i cavalli grandi che monteremo una volta cresciuti”.
L’importante è poter cominciare con pony bravi, sicuri e gentili: i migliori amici, quelli con cui giocare con la maggior sicurezza possibile.
Chi è Chiara Lydia Polizzi
La prima volta che è stata messa su un pony Chiara aveva pochi mesi e lui era Pim, un pony Shetland che l’ha accompagnata dal battesimo della sella fino ai primi saltini. E’ rimasto con Chiara fino a quando lei aveva 15 anni. Poi ci sono stati tanti altri pony: Jessy, Viou, Pretty Boop…tanti meravigliosi compagni di avventura che l’hanno fatta salire su tanti podi, in Italia e all’estero.
*D.p.i. = Dispositivo protezione individuale