Perugia, 9 ottobre 2019 – Dopo le recenti notizie di cronaca, che si inseriscono in una tendenza che vede sempre più numerosi gli attacchi dei lupi al bestiame al pascolo anche in zone non strettamente rurali di molte regioni italiane, abbiamo chiesto lumi al Servizio Faunistico della regione Umbria: che ci ha gentilmente risposto, e in modo decisamente sollecito, per mano della dottoressa Giuseppina Lombardi dell’Osservatorio Faunistico Regionale.
Condividiamo con voi quanto abbiamo ricevuto, sottolineando che le sezioni dedicate alle buone pratiche di protezione del bestiame sono molto interessanti, e ben fatte: in particolare molto utili i punti dove si individuano gli aspetti sfavorevoli (pascoli interrotti da corsi d’acqua, vegetazione fitta) e si riassumono le cose utili da fare, tra cui: ridurre il tempo di permanenza in zone di pascolo cespugliato, soprattutto nelle fasi di andata e rientro a ricoveri, recinti e scuderie nelle ore dell’alba e del tramonto o comunque aumentare la sorveglianza; evitare di lasciare i soggetti più deboli incustoditi; nelle zone di abbeverata curare che non ci siano troppo fango e una eccessiva e disordinata vegetazione; evitare anche il pascolo nei giorni di nebbia fitta e cattivo tempo, sono quelli dove i predatori hanno buon gioco e anche quelli di apertura della caccia e immediatamente successivi, a rischio sotto diversi punti di vista.
Una nota riguardo ai cani da guardania, soluzione certamente efficace ma che ha un costo di cui a volte non si tiene conto: quello della vita dei cani stessi.
La relazione comincia da un dato importante: il lupo è una specie in espansione, sia in Italia che in Europa.
Negli ultimi 50 anni la specie ha progressivamente ricolonizzato territori dai quali risultava assente da moltissimi anni.
Come dimostrato dai risultati delle analisi genetiche condotte su campioni biologici è stato dimostrato che l’espansione del lupo è un fenomeno completamente naturale.
I principali fattori che hanno contribuito all’incremento della specie in Italia sono:
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Protezione legale accordata alla specie a partire dal 1971
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Incremento delle prede selvatiche
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Aumento della superficie di territorio protetto
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Progressivo spopolamento delle zone montane e rurali
L’aumento della popolazione di lupo sia da un punto di vista numerico che dell’areale ha portato la specie ad occupare anche territori dove è significativa la presenza dell’uomo e dove l’allevamento si è evoluto senza tenere conto delle tradizionali tecniche anti-predatorie.
In queste situazioni aumentano i conflitti con l’uomo e soprattutto con le attività zootecniche locali.
Le prede principali del lupo sia in Italia che in Europa sono gli ungulati selvatici (cinghiale, capriolo, cervo, ecc.) ma a seconda del contesto locale parte della dieta del lupo è rappresentata dal bestiame domestico.
La categoria maggiormente predata è rappresentata dagli ovi-caprini, ma anche bovini ed equini possono rientrare tra gli animali attaccati dal lupo.
È possibile affermare che tra i bovini e gli equini gli esemplari maggiormente vulnerabili sono puledri e vitelli nel primo mese di vita, anche se possono esserci casi di animali adulti, tuttavia bisogna sempre considerare lo stato di salute degli animali e il contesto locale in cui si verifica l’episodio di predazione.
Le tecniche maggiormente utilizzate per prevenire gli attacchi dei lupi sono le recinzioni sia metalliche che elettrificate, fisse o mobili, e l’impiego dei cani da guardiani.
Una corretta gestione del bestiame risulta estremamente efficace per ridurre l’impatto della predazione.
Numerosi sono i progetti che in Italia e in Europa hanno dimostrato l’efficacia di queste misure.
Un fattore da tenere presente quando si affronta la questione delle predazioni è sicuramente legato alla presenza dei cani vaganti che in alcune situazioni possono determinare danni estremamente significativi.
DOCUMENTAZIONE DI APPROFONDIMENTO
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Per quanto riguarda la presenza della specie sul territorio regionale informazioni dettagliate si possono trovare nel Piano Faunistico Regionale vigente, (pag. 44 e pag. 93 dello Status delle conoscenze sulla fauna selvatica in Umbria):
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Uno strumento utile per capire come affrontare la presenza del lupo è il sito Protezione Bestiame, un’iniziativa promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e condivisa con Organizzazioni Professionali Agricole (OOPPAA), tecnici, ricercatori del settore e imprenditori agricoli zootecnici per informare gli allevatori sulle misure di prevenzione dei danni.
In questo sito nella sezione “Riferimenti utili” è possibile trovare una serie di documenti tecnico-scientifici su vari aspetti della biologia della specie, sul fenomeno delle predazioni e sulle misure di prevenzione dei danni, compresi documenti tecnici prodotti da vari progetti Life che hanno lavorato sulla gestione dei conflitti tra la presenza del lupo e le attività antropiche, alcuni dei quali svolti anche sul territorio Umbro (LifeCoex).
Per avere informazioni sulla distribuzione e consistenza numerica del lupo in Europa si rimanda al sito della Large Carnivore Initiative for Europe, dove nella sezione Large carnivores c’è una specifica pagina dedicata al lupo.