Bologna, 28 maggio 2021 – In 2000 al funerale. Ci vuole del coraggio… Anzi, di più. Secondo dati stimati per largo difetto, si contano oltre 315mila morti per Covid in India. Povertà, densità della popolazione e molti altri motivi indicano questo Paese come il più a rischio. E anche l’incubatore di varianti tra le più preoccupanti.
Ebbene, in un clima di estrema emergenza, la settimana scorsa oltre 2000 persone hanno voluto partecipare in massa a un funerale speciale. Quello del cavallo di un monastero induista, a cui si attribuiva il ruolo di ‘guardiano’ a quattro gambe contro la pandemia.
Durante la prima ondata pandemica, il cavallo 24enne, aveva visitato alcuni villaggi che pare non avessero avuto vittime. Da qui la convinzione dilagante che avesse il potere ‘religioso’ di proteggere dal virus.
A distanza di qualche mese, il povero animale è deceduto per mere ragioni anagrafiche. E i riconoscentissimi abitanti della zona hanno pensato di onorarlo con un grande funerale collettivo. In barba alle disposizioni scientifiche e governative in materia di assembramenti.
Risultato: l’intero villaggio di Gokal, 67.166 abitanti, situato nel distretto di Belagavi è stato messo in rigidissima quarantena. E anche i confini dello stato di Karnataka sono stati chiusi. Almeno fino al 7 giugno.
Nel rispetto di qualsiasi credo, è bello pensare a ciò che può aver mosso i fedeli nel voler onorare il cavallo.
Lo è un po’ di meno se si pensa a quali conseguenze questo gesto potrebbe avere.
Dita incrociate…