Milano, luglio 2015 – Dal sito dell’Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Trottatore arriva una notizia che non può stupire, visto che le sue cause sono sotto gli occhi di tutti da tempo e si aspettava soltanto l’evidenza in pista per prenderne di nuovo, e dolorosamente, atto: i puledri nati in Italia nel 2013, contrassegnati nel nome dalla lettera U iniziale, sono pochissimi.
Solo una sessantina quelli ammessi alle prime corse, quindi troppo pochi per dare vita ad un circuito normale che riesca a riempire le scuderie per i prossimi anni: conseguenza inevitabile di questi anni di crisi, in cui tutti gli allevatori hanno dovuto forzatamente scegliere di lasciare vuote molte fattrici per l’impossibilità di coprire i costi di allevamento, addestramento e mantenimento dei puledri che sarebbero nati.
Crisi del settore, mancato pagamento dei premi, impossibilità di accedere ai contributi previsti per tutti gli altri allevatori senza la possibilità di averne di propri – quasi che un allevatore di cavalli sia un po’ meno allevatore di tutti gli altri: e adesso se vorremo vedere una corsa al trotto dovremo spendere soldi all’estero per comprare cavalli nati altrove, molto probabilmente in paesi che riconoscono davvero nella pratica il legame tra filiera produttiva dell‘ippica e il comparto agricolo/allevatoriale.
Senza parlare di statistica, ovviamente: che la possibilità di scovare campioni nelle nostre scuderie è direttamente proporzionale al numero di cavalli nati nell’anno, e si può ragionevolmente contare di avere sulle piste fuoriclasse come Varenne soltanto se il mondo allevatoriale è sano e può produrre con fiducia puledri.
Non per niente Varenne (nato venti anni fa, quasi un giro di alfabeto completo per le genealogie del trotto) era figlio non solo di Waikiki Beach e Ialmaz ma anche dell’ultimo periodo d’oro dell’ippica nostrana: quello che ci ha permesso fino agli ultimi sprazzi del 2010 di vendere i nostri puledri all’estero per fior di soldoni.
Quindi complimenti a chi di dovere per la strategia che ha ridotto il mondo dell’ippica al lumicino: che, per altro, va perfettamente a braccetto con l’ideona delle corse di cavalli virtuali al posto di quelle vere.
8 luglio 2015