Foggia, aprile 2015 – “Sputa sangue chi se ne pente!”: la stretta di mano con Giuseppe Acella è stata solo virtuale e non siamo esattamente due commercianti di cavalli al mercato bestiame, ma l’impegno è altrettanto cogente – se e quando fosse riuscito a raggiungere i 4.000 iscritti con il suo gruppo Facebook dedicato a cavalli Murgesi e asini di Martina Franca avremmo festeggiato l’avvenimento parlando di loro qui, sul sito di Cavallo Magazine.
Eccoci dunque a onorare la nostra promessa e la cosa ci fa un immenso piacere: perché abbiamo una passione dichiarata per gli equini Made in Puglia, oramai lo sapete ed è inutile nasconderlo.
Giuseppe, raccontaci; quando e perché hai creato “Cavallo Murgese e Asino di Martina Franca, Anema e Core”?
“L’ho fatto nell’agosto del 2013: volevo creare uno spazio per tutti gli amici delle nostre razze, che lentamente è diventato sempre più grande e ha iniziato a funzionare anche come un mezzo di promozione. All’inizio era essenziale che stimolassi la partecipazione e la discussione, oggi con oltre 4000 isciritti genera decine di notifiche al giorno in modo del tutto autonomo. Gli interventi attraverso i post, le inserzioni ed i commenti sono frutto della spontanea partecipazione alla vita del gruppo da parte degli iscritti e sono molti gli effetti più o meno collaterali legati che ha provocato: la nascita di altri gruppi che trattano delle nostre razze in modo diverso, articoli per altre realtà social come Historia Regni o Agraria.org , la collaborazione con la Rai per un documentario sulle masserie della Murgia e i loro animali che andrà in TV a breve nella strasmissione Geo&Geo, e poi i raduni regionali in tutta Italia dedicati alle due razze equine pugliesi.
Perché la scelta di questo dualismo nel nome del gruppo, Anema e Core?
“Per distinguerci da altri che già esistevano ma che non evidenziavano la radice geografica delle nostre razze: vogliamo sottolineare il forte legame con il territorio di origine che hanno i nostri asini e cavalli, senza però barricarci dietro una chiusura localistica. Infatti fra gli iscritti c’è gente di tutta Italia e molti altri paesi di tutto il mondo”.
Cosa ti hanno insegnato questi anni di web?
“Che la passione per i cavalli lega persone molto diverse fra loro, e questo determina una eterogeneità di vedute enorme. Spesso abbiamo avviato discussioni sulle prospettive delle razze o sui soggetti più rappresentativi registrando opinioni diametralmente opposte”.
Sicuramente uno degli elementi che rende sempre così vivaci tutti i gruppi di horse-addict sul web, in effetti. Ma a tuo parere quale è la caratteristica peculiare degli utenti web murgesofili, oltre alla passione per questi cavalli?
“Il desiderio di godere di qualcosa di più profondo del semplice mezzo per praticare l‘equitazione, ruolo che troppo spesso ricopre il cavallo in generale. E anche il desiderio di provare un senso di appartenenza ad una lunga tradizione: grazie all’impegno di alcuni membri del gruppo ed all’ANAMF che hanno organizzato i raduni regionali finalmente questi desideri stanno diventando delle realtà, siamo stati utili anche in questo senso”.
Il gruppo raggruppa, per dirla alla Catalano.
“Molto: e diventa sempre più una rete di contatti, di amicizie che stanno facendo nascere anche cose che non hanno direttamente a che fare con i cavalli e gli asini. Spesso di parla di territorio (intendo della Puglia), di gastronomia, di tradizioni, di turismo. Alcuni membri ne hanno approfittato per promuovere le proprie attività di ricezione turistica e di questo sono molto felice, è un modo per aiutare l’economia della nostra terra. E attraverso di noi molti appassionati del Murgese che si limitavano ad apprezzarne in modo teorico le caratterisitche di bellezza ed affidabilità resistenza oggi sanno tutto di lui: dove nasce, chi lo alleva e come: sono diventati più vicini al suo mondo reale, quello che lo ha reso come è”.
Ma in confidenza, dimmi: tu preferisci gli asini o i cavalli?
“E’ come chiedere a un bambino se vuole più bene al papà o alla mamma: ma io allevo cavalli, anche se in futuro non escludo di allargare i miei orizzonti. La realtà delle cose è che l’asino di Martina Franca è molto trascurato, anche se secondo me tra i due è l’elemento con maggiori potenzialità: ma purtroppo la macchina sportiva (cioè il cavallo) ha molto più appeal del trattore (cioè il nostro asino). Eppure gli impieghi dell’asino in chiave economica sono superiori a quelli del cavallo, almeno per una realtà agricola: con il cavallo ci fai o la carne o l’equitazione, con l’asino fai anche il latte, l’onoterapia e ci si può anche lavorare”.
Ma anche i cavalli servono per l’ippoterapia…
“Si ma è diverso: l’ippoterapia cura il corpo, l’onoterapia cura la mente ed il cuore e aiuta molto le persone autistiche”.
E il tuo Murgese del cuore chi è?
“La mia Vixen. Fu comprata nel 2007 a 2 anni da mio padre che, visto il carattere un po’ difficile della cavalla, avrebbe voluto rivenderla quasi subito. Io invece me ne innamorai proprio per quel suo carattere orgoglioso, oserei dire nobile. E per la forza sconfinata, per la potenza dei suoi movimenti, e per la sua intelligenza. Un certo numero di saccenti dell’equitazione hanno provato a far girare Vixen nel tondino rischiando di farsi molto male, io ci sono riuscito al primo tentativo. E non per bravura mia ma solo perchè lei, guardando come lavoravo con gli altri cavalli, aveva capito cosa doveva fare. Fu approvata a 30 mesi in una fredda giornata di neve. Nel 2009 mio padre la vendette con tutti gli asini e un’altra cavalla dele Murge all’azienda Badessa di Alberobello perché mia sorella si era ammalata e non avevamo tempo per dedicarci agli animali. Io non l’avrei ceduta, ma mio padre non mi diede retta: però nel 2013 sono riuscito a ricomprarmela.
Nel frattempo il dott. Silvestri aveva scoperto che c’erano ancora in razza pochi discendenti di Adriana (nata negli anni ’30 da Nerone x Peppina, una giumenta storica importantissima per l’allevamento dei Murgesi) e Vixen era una di questi. Il dottor Fraddosio me lo fece sapere, tra l’altro VIxen discende da Nerone anche per linea paterna e la discendenza di Adriana oggi continua essenzialmente attraverso di lei, visto che di quella famiglia in produzione ci sono lei stessa ed Emporina, sua figlia”.
E tra gli asini chi è il tuo preferito?
“Le asine da latte: producono quello che serve ai bambini intolleranti, sono da ringraziare tutti i giorni”.
Ecco fatto Giuseppe, promessa mantenuta: e grazie per averci raccontato Murgesi e Martina Franca con l’anima e con il cuore.
2 aprile 2016
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