Martedì 10 marzo 2015 – Giornata conclusiva. Giornata di salti: con entrambi i cavalli. Dovevo montare alle 9.30 ma alle 7.30 (ero ancora a letto… ) mi chiama Henk per dirmi di montare un po’ prima, cioè alle 8.20. Quindi dopo essermi ripreso dalla sonnolenza sono subito andato in scuderia e ho cominciato con Amerigo. Imboccatura simile a quella di ieri ma con in aggiunta il capezzino di cuoio già usato con entrambi i cavalli nel lavoro dei giorni precedenti. Riscaldamento formale, con fasi alternate di stretching, per poi arrivare al momento del mini-percorso. Fatti i soliti piccoli saltini abbiamo alzato gli ostacoli – non più di 1.30 comunque – e abbiamo effettuato un giro diverso, composto anche da una doppia gabbia (due tempi-due tempi, oxer-tavola-oxer rossi). Amerigo è andato veramente bene, sicuramente più corretto del primo giorno in cui siamo arrivati qui. Contento, sono tornato ai box per prendere il secondo e ultimo cavallo della giornata, il mitico Chopin. Oggi Henk mi aveva detto di volerlo vedere con il morso che uso sempre in gara: filetto a tre pezzi con capezzino in corda sul muso. Dopo tre giri di trotto mi ha dato da aggiungere il Thiedemann (chi ha seguito il mio diario sa cos’è) per mantenergli la testa leggermente meno alta. Chopin a questo punto, composto e armonioso come la struttura di un fiocco di neve, ha cominciato a lavorare in piano meravigliosamente, cosicché dopo pochissimo tempo abbiamo già iniziato a saltare. Prima un piccolo cavalletto in volta, poi subito cancellino bianco, tavola blu, linea verticale oxer, spezzata di oxer. Tutto molto basso. Il cavallo era talmente perfetto (testa ferma, quando invece di solito siamo leggermente in contrasto, corpo dritto, che invece di solito tende minimamente a spostarsi in obliquo) che Henk ha detto: «Basta Filippo, è perfetto. Non c’è bisogno di saltare di più». Io ero veramente soddisfatto di questo miglioramento perché Chopin era davvero rilassato e sciolto come non mai, mantenendo però un’incredibile eleganza. Henk mi ha anche consigliato di utilizzare nel campo prova prima della gara il Thiedemann invece delle redini di ritorno, per correggere il cavallo senza però rischiare di ‘sacrificarlo’ troppo.
Che bella giornata, che bella esperienza: ma purtroppo è già finita! Sono contento di tornare a casa però se avessi potuto sarei stato qui ancora un bel po’! Ho imparato tantissime cose. Nonostante io abbia la fortuna di avere un super tecnico anche a casa come mio padre, ritengo che ascoltare diverse opinioni e differenti consigli possa migliorare enormemente un atleta.
Che dire di più… Oggi pomeriggio ho salutato e ringraziato tutti, ho fatto mangiare l’erba ai miei magnifici cavalli e ho continuato a studiare. Inoltre ho chiamato Paul Estermann, cavaliere olimpionico svizzero, per chiedergli il favore di ospitare i miei due cavalli durante la sosta del viaggio di ritorno: disponibilità immediata!
Questo training nel piccolo paesino di Engis rimarrà nel mio cuore tutta la vita, e sicuramente sarà, anzi già è, parte integrante della mia formazione sportiva e umana. Grazie a tutti coloro che mi hanno permesso ciò. Ve ne sono grato.