Ascona, luglio 2016 – Il concorso di Ascona (Svizzera) il prossimo anno festeggerà una ricorrenza importante: il venticinquesimo anno di vita. E lo farà regalandosi una stella in più rispetto alle quattro che già quest’anno lo hanno contraddistinto. Un passo molto importante che gratifica la passione e gli sforzi che il comitato organizzatore dell’evento ha prodotto nel corso di questo lungo periodo di tempo. La passione in effetti è il motore di tutto: chiedetelo ad Alberto Zorzi, per esempio, lui che sulla passione ha costruito – come tanti altri, in effetti, certo non è l’unico – tutta la sua vita di cavaliere. Ieri ad Ascona il cavaliere azzurro che indossa la divisa dell’esercito italiano ha fatto un Gran Premio eccellente, al di là di quello che dice la classifica, che comunque lo vede al 5° posto (alle spalle di quattro formidabili ragazze: Gudrun Patteet, Anna Julia Kontio, Christina Liebherr e Janika Sprunger), certo un ottimo piazzamento: ma la qualità che Zorzi ha dimostrato prescinde dalla sua posizione nella graduatoria finale. Zorzi ormai da alcuni anni è stato ingaggiato da Jan Tops come cavaliere numero due (il numero uno è la moglie dello stesso Tops, Edwina Alexander) della scuderia di Valkenswaard: Alberto è andato in Olanda ben sapendo quello che lo avrebbe aspettato e l’impegno che gli sarebbe stato richiesto. Il lavoro a Valkenswaard è duro, le richieste e le aspettative sono del massimo livello, le occasioni per mettersi in mostra ci sono ma secondo le esigenze della scuderia e non secondo quelle del singolo. Insomma: non sono solo rose e fiori. Ma il bagaglio di esperienza che si accumula anche solo inconsapevolmente è enorme: la vita in scuderia, il gran numero di cavalli da montare, la possibilità di ascoltare e osservare i discorsi e le azioni che si producono quotidianamente in un ambiente come quello, l’organizzazione di cavalli e persone, i viaggi, i momenti di confronto… tutto questo e altro ancora rappresenta un insieme di ingredienti il cui valore cumulativo è di molto superiore a quello delle singole parti. Il risultato è l’Alberto Zorzi di oggi: un cavaliere totalmente padrone della situazione, certo delle sue azioni, consapevole del da farsi, assolutamente a proprio agio in qualsiasi circostanza. I suoi piazzamenti in gara oggi dipendono da un insieme di circostanze talvolta indipendenti dalla sua volontà e capacità, ma il suo valore di cavaliere è ormai certificato e acquisito. Un bel cavaliere.
25 luglio 2016
LA CLASSIFICA DEL GRAN PREMIO
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