Comunicato AGI
Ottawa, 27 agosto 2016 – Mentre in Francia e altrove in Europa ci si accapiglia sul divieto o meno del burkini, il costume da bagno che ricopre l’intero corpo femminile obbedendo ai dettami islamici, atteggiamento ben piu’ liberale ha assunto in Canada la Real Polizia a Cavallo, le celebri giubbe rosse icone dell’immenso Paese nord-americano: il hijab, il velo islamico, e’ stato infatti autorizzato a far parte a tutti gli effetti dell’uniforme ufficiale, accanto alla tradizionale divisa di panno scarlatto e agli stivali da equitazione, sebbene comunque da indossarsi pur sempre al di sotto del copricapo di ordinanza.
Il provvedimento in realta’ risale a gennaio ma, alla luce delle polemiche in atto, ne ha voluto ricordare oggi al pubblico l’esistenza Scott Bardsley, portavoce di Ralph Goale, il ministro per la Pubblica Sicurezza dal cui dicastero dipende il corpo scelto (anche se, formalmente, continua a esserne comandante in capo la regina Elisabetta II).
La motivazione addotta? “Rispecchiare la diversita’ esistente tra le nostre comunita’”, ha spiegato il portavoce ministeriale, “e incoraggiare un maggior numero di donne di fede musulmana a valutare l’ingresso nella Polizia a Cavallo come opzione di carriera”.
Se l’obiettivo primario consisteva davvero nel promuovere l’integrazione, tanto meglio: e’ comunque un passo avanti, dopo l’apertura del 1990 al turbante per gli agenti di confessione sikh. Se invece era quello di aumentare gli arruolamenti, non e’ andata molto bene: finora non e’ infatti stata presentata nessuna richiesta. Neppure una.
E dire che nulla e’ stato lasciato al caso: gli esperti hanno infatti condotto severi test con tre differenti tipi di hijab, prima di indicare l’unico ammesso, ovviamente il piu’ portabile e meno ingombrante.
Niente da fare: sembra che la possibilita’ di indossare il velo interessi poco tanto alle novizie quanto alle veterane. Negli ultimi due anni, stando al quotidiano quebecois ‘La Presse‘, sono caso mai state avanzate una trentina di istanze per ottenere un certo rilassamento delle regole di protocollo, in ossequio a speficita’ di tipo religioso o culturale: gli autori pero’ erano tutti uomini, desiderosi di lasciarsi crescere la barba. Non proprio la stessa cosa…
La Turchia invece permettera’ alle donne poliziotto di indossare il velo islamico come parte della propria uniforme.
Lo ha stabilito una sentenza pubblicata sulla gazzetta ufficiale entrata subito in vigore. Le donne che servono nel corpo di polizia, in base alla sentenza, “potranno coprire i loro capi” sotto cappelli o berretti purche’ il velo sia dello stesso colore dell’uniforme”.
Il Partito islamico per la Giustizia e lo Sviluppo, attualmente al potere, ha a lungo premuto per rimuovere le restrizioni alle donne che indossano il velo. La Turchia ha revocato il divieto di indossare il velo islamico nei campus universitari nel 2010 e ha permesso alle studentesse di indossare l’hijab nelle nelle istituzioni statali a partire dal 2013 e al liceo dal 2014.
Gli oppositori di Erdogan lo hanno a lungo accusato di erodere i pilastri secolari della Turchia moderna istituiti dal fondatore Mustafa Kemal Ataturk quando ha fondato la Repubblica turca nel 1923. Ma, come sottolineato dai media filo governativi, molti Paesi occidentali hanno gia’ concesso ad agenti di sesso femminile di indossare il velo. Proprio questo mese la polizia scozzese ha permesso alle donne poliziotto di indossarlo in servizio. E nella speranza di reclutare donne musulmane il governo canadese questa settimana ha stabilito che la polizia canadese a cavallo permettera’ ai suoi funzionari di indossare l’hijab come parte della loro uniforme.