Bologna, gennaio 2016 – Come era logico prevedere, il Tribunale dello Sport ha rigettato l’appello avanzato dalla federazione irlandese e dal cavaliere Cian O’Connor a seguito degli eventi accaduti in occasione del Campionato d’Europa di Aquisgrana 2015 (per i dettagli sulla vicenda si veda nostro articolo al link pubblicato qui a piede pagina). La squadra irlandese dunque al momento non rientra nel gruppo di quelle qualificate per le prossime Olimpiadi, salvo qualche defezione sempre possibile: in questo caso ci potrebbe essere un ripescaggio dato che l’Irlanda è la prima delle non qualificate. Esaurita la questione da un punto di vista tecnico e regolamentare, rimane però ancora qualcosa da dire circa la maniera in cui lo stesso O’Connor ha commentato la vicenda sulla sua pagina FB: in un modo che non gli fa onore. Nulla da dire sul fatto che chiunque ha il pieno diritto di percorrere tutte le vie possibili per tentare di raggiungere un obiettivo così importante come la partecipazione alle Olimpiadi, e nemmeno sul fatto che l’interessato sia pienamente legittimato a farlo – seguendo ovviamente le regole e le opportunità che le leggi sportive consentono – contro ogni più eloquente evidenza. Ma agitare lo spettro di decisioni antisportive e animate esclusivamente da deteriore spirito burocratico una volta mancato l’obiettivo non è giusto né corretto. Che O’Connor e l’Irlanda non avessero alcuna possibilità era chiaro come il sole anche per un bambino: loro hanno comunque tentato come nel loro pieno diritto e si sono dovuti arrendere ai fatti, alla logica e al regolamento. La cosa si sarebbe dovuta fermare lì. Invece O’Connor scrive: “Non ho alcun rimpianto. Ho fatto tutto il possibile per andare contro quella che io considero una decisione antisportiva presa dalla giuria di terreno ad Aquisgrana. Ma ormai è giunto il momento di passare oltre e concentrarsi nuovamente sullo sport piuttosto che farsi imprigionare ulteriormente dalla burocrazia. La squadra irlandese è la prima riserva grazie alla buona prestazione ai Weg 2014 quindi c’è sempre una possibilità di andare alle Olimpiadi, meglio concentrarsi su questo credo. Un altro interessante capitolo per il mio libro quando deciderò di scriverlo: e lo farò senza alcuna censura”. Perché non riconoscere piuttosto che una certa responsabilità per l’accaduto è in capo anche a sé stesso? O almeno limitarsi a sottolineare l’aver tentato in tutti i modi salvo poi doversi arrendere all’evidenza del regolamento? Sarebbe stato più degno da parte di un vero… cavaliere.
4 gennaio 2016
PER SAPERNE DI PIU’
https://www.cavallomagazine.it/qualche-domanda-sul-caso-o-connor-1.1583529