Norcia, 10 luglio 2017 – Il sisma del Centro Italia non ha solo raso al suolo interi paesi, ma ha anche cambiato totalmente il sistema idrico della zona: è quello che ci spiega Diego PIgnatelli, presidente della Pro Loco di Castelluccio di Norcia ma anche allevatore e agricoltore: «Sul Pian Grande non c’è più acqua e così stiamo realizzando una tubatura di 6 chilometri che ci permetterà di prelevarla dall’acquedotto delle Fate, che si trova a circa 2.000 metri, grazie a questi chilometri di tubi potremo abbeverare le nostre bestie che sono al pascolo».
Anche la stagione siccitosa ci mette del suo, ma per Pignatelli il motivo della mancanza di acqua «è da ricondurre al sisma, che ha modificato le falde acquifere della montagna: laddove fino a un anno fa c’era tanta acqua oggi non ce n’è nemmeno una goccia, mentre in altre zone, notoriamente aride, sono spuntati fuori torrenti».
Per esempio il Torbidone, un fiume di Norcia che dagli anni sessanta era rimasto in asciutta e adesso è tornato a scorrere in superficie.
Al contrario a San Benedetto in Monte, dove c’è unconvento di frati benedettini c’è una forte carenza idrica dopo che il terremoto ha stravolto le falde acquifere: i monaci da tre settimane devono farsi approvvigionare di acqua da fuori, i loro pozzi e le fonti non danno più acqua.