Castelluccio di Norcia, 20 dicembre 2016 – Ora c’è rimasto solo il fischio del vento sui Monti Sibillini, mentre il nitrito dei cavalli non si udirà più, almeno fino a primavera. Quanto agli uomini, cioè la popolazione, essa fu evacuata subito col terremoto e chissà se e quando potrà ritornare.
Castelluccio di Norcia, meta turistica, è deserto fatto dal terremoto.
E oggi, come testardamente voluto dal proprietario Emiliano Brandimarte, i cavalli bradi di Castelluccio (Perugia), hanno compiuto la loro ultima transumanza. Li hanno fatti scendere dai 1.450 metri dell’altopiano fino alla valle di Norcia, dove sono ricoverati in capanne.
Sono uno dei simboli del terremoto e sono andati a valle il 20 dicembre, un giorno prima dell’inverno, accompagnati da nove cavalieri. Uno di questi, a sorvegliarli dalla coda della mandria, era l’attrice Natalia Estrada, che ha partecipato all’operazione con la sua Ranch Academy.
Non ha tradito stanchezza, racconta chi c’era.
E con Andrea Mischianti e i propri collaboratori ha dato perfino un tocco western a una operazione carica di significato verso la ricostruzione dei luoghi del terremoto. «Siamo qui perché non potevamo non esserci – scrivono su Fb -. Siamo qui per onorare il valore di uno dei nostri Lupi, Emiliano Brandimarte rimasto l’unico e l’ultimo custode di Castelluccio Di Norcia, da solo, con i suoi cavalli.
Lo aiuteremo a portare a valle il branco, non perché siamo indispensabili, ma perché vogliamo essere utili… Drew, Natalia ed I Lupi».
E così è stato, in una giornata con vento e banchi di nebbia, e rischi da massi e frane.
«Abbiamo impiegato cinque ore, siamo partiti in ritardo perché ho dovuto aspettare le attrezzature che mi servivano, tipo selle e finimenti: ci sono stati dei problemi per avere i permessi per far salire un mezzo con l’occorrente», riferisce Emiliano Brandimarte, colui che non ha voluto lasciare Castelluccio fino all’ultimo. «Ogni anno facciamo la transumanza in questo periodo o se c’è neve un pò prima – dice – Abbiamo fatto lo stesso anche col terremoto, nonostante gli inviti ad anticipare di molto». «I cavalli, una quarantina di capi, non volevano venire via. Non c’è ancora neve in alto né fa molto freddo», prosegue Brandimarte. Il viaggio, circa 25 km, è stato fatto «per metà sulla strada percorribile ma con tratti stretti per frane e rocce in bilico. Pericolosa per i burroni e anche perché i cavalli sull’asfalto tendevano al galoppo, non era facile tenere la mandria». L’altra metà del tragitto è stato compiuto «sulla mulattiera abituale, la parte precedente è distrutta dal sisma.
Qui i cavalli si sono calmati e allineati, in ordine,, quelli che hanno ormai 8-10 transumanze l’hanno riconosciuta e abbiamo proseguito per Norcia». E alla fine Natalia Estrada e Andrea Mischianti commentano ancora su Fb: «È stata lunga e dura, ma abbiamo fatto quello che andava fatto. Come sempre», «Per ora resta la gioiosa fatica, la stanchezza nelle gambe, i cavalli a riposo a valle e tanta soddisfazione».
Comunicato Ansa di Michele Giuntini