Asgabat, 14 febbraio 2017 – Oggi non c’e’ giornale in Turkmenistan che non celebri costantemente le gesta dell”uomo forte’ del Paese, spesso pubblicando in prima pagina le sue poesie; un coro di migliaia di persone ha cantato una canzone da lui scritta; il suo goffo tentativo di fare il DJ alla festa di un nipote e’ finito nel telegiornale in prima serata.
Una piccolo crepa in questa servile copertura mediatica si e’ aperta nel 2013 quando e’ emerso un video con la spettacolare caduta del presidente, appassionato di equitazione, dal suo cavallo preferito; ma i media di Stato si sono ben guardati dal darne conto.
E nel 2015 e’ anche spuntata la statua dorata di Berdymukhamedov, in cima a uno dei suoi amati cavalli con una colomba appollaiata sulla sua mano. Nonostante la ‘moderazione’ sia -almeno a parole- la cifra distintiva del suo governo, Berdymukhamedov ha costruito ad Ashgabat un palazzo presidenziale con le cupole dorate che e’ finito nel Guinness dei Primati come quello con il marmo piu’ bianco (costo stimato l’equivalente 235 milioni di euro).
Ma adesso il Paese sente la pressione del crollo del mercato dei prezzi energetici negli ultimi anni. “Il Turkmenistan non ha mai avuto elezioni libere e limpide e queste non sono un’eccezione”, ha denunciato prima del voto il direttore di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia centrale, Hugh Williamson. Secondo Williamson, non si possono svolgere elezioni vere in un Paese in cui le autorita’ “controllano strettamente tutti gli aspetti della vita pubblica, violando diritti fondamentali, come la liberta’ di stampa e della societa’ civile”.
Le elezioni di domenica sono state le prime dopo la riforma costituzionale approvata nel settembre scorso che ha portato da cinque a sette anni il mandato presidenziale ed ha eliminato il limite di 70 anni per essere candidato alla guida dello Stato.
Agenzia AGI