Bologna, agosto 2015 – Tutti i cavalli sono importanti, ma qualcuno un po’ più degli altri. Per Emanuele Castellini Desire è un cavallo un po’ più importante degli altri. È infatti grazie a lui che l’attuale vicepresidente della Fise (classe 1950) ha potuto godere di alcune tra le più grandi gioie sportive di una carriera lunga, iniziata da juniores nel 1965 (campione d’Europa a squadre nel 1966 a Copenhagen) e poi proseguita parallelamente all’attività imprenditoriale di cui ben presto è divenuto eccellente protagonista. Una carriera che però a un certo punto ha avuto un rallentamento: per poi riprendere più brillante di prima proprio grazie all’incontro con il sauro Desire, olandese nato nel 1985 da Zeus x Heidelberg. Castellini e Desire cominciano ad avere i primi risultati internazionali insieme nel 1993; da lì è una costante crescita qualitativa che li condurrà a un 1998 favoloso: medaglia d’argento nel Campionato d’Italia, vittoria in Coppa delle Nazioni e 7° posto in Gran Premio nello Csio di Dublino, inserimento nella lista dei binomi azzurri in previsione dei Weg di Roma. In tutto Emanuele Castellini su Desire partecipa a otto Coppe delle Nazioni tra il 1996 e il 1999 (due a Dublino, poi Linz, Rotterdam, Modena, Calgary, Bratislava, Drammen), collezionando partecipazioni negli Csi e Csio di Aquisgrana, Ascona, Bagnaia, Barcellona, Bologna, Cervia, Lugano, Monaco, Neuendorf, Roma, San Patrignano, Siviglia, Spangenberg, Verona e Vienna. Insomma: una serie di gare indimenticabili. L’ultima nel 2001: poi Desire va in pensione. Una pensione felice, ovviamente, che il figlio di Zeus ha vissuto fino a qualche giorno fa quando alla bella età di trent’anni ha lasciato questo mondo… Valentina Bianchi, la persona che a lungo si è occupata di lui, lo ha voluto ricordare con queste parole inviate a Cavallo Magazine: «Grazie, Desi! A trent’anni compiuti un campione ci saluta. Desire galoppa ora oltre i limiti del mondo, finalmente libero! È stato per me un onore, nonché un privilegio, aver condiviso con lui 25 anni di vita durante la sua carriera d’atleta prima e di ‘pensionato’ poi. Quanto lavoro… ma abbiamo anche tanto giocato. Per tutto ciò che mi hai insegnato ti dico: grazie, Desi!».
16 agosto 2015