Zurigo, marzo 2015 – Certe volte si ha l’impressione che creino più difficoltà di smaltimento delle scorie nucleari: sono le fiante di cavallo, quelle che tutti gli equidi si lasciano dietro nelle loro passeggiate e che perciò sono causa della loro emarginazione dalla maggior parte dei centri storici e dalle strade cittadine dello Stivale tutto (con buona pace di chi si chiede come mai non vengano esclusi dai marciapiedi nazionali i proprietari maleducati di cani, che statisticamente hanno un impatto molto più cospicuo, persistente e maleodorante).
Quindi pensiamo sia giusto rimarcare l‘utilità di quel che rimane della digestione dei nostri amati equidi: come nel caso di questa notizia che viene dalla Svizzera e illustra l’importanza del letame equino nell’allevamento di alcuni funghi da cui sembra si potrà trarre un antibiotico di nuovissima generazione.
Questi funghi infatti per riuscire a sopravvivere in un habitat notoriamente ricco di batteri producono una proteina, la copsina, che si lega agli elementi portanti della struttura cellulare del microrganismo da annientare: un meccanismo inedito che renderebbe i farmaci derivati da questi funghi in grado di funzionare là dove gli attuali antibiotici non sono più efficaci, perché ormai troppo conosciuti dai batteri che dovrebbero debellare.
Speriamo che, honoris causa, i Sindaci permettano con più facilità a cavalli e cavalieri di transitare sui territori di loro pertinenza: una volta magari non si pensava all’utilità farmaceutica delle fiante equine, ma non c’era massaia che non sapesse quanto fosse prezioso quel po’ di letame per i gerani del suo balcone o per le pianticelle dell’orto…tanto per riconoscergli un altro titolo di merito, il letame equino può essere usato come fertilizzante anche appena prodotto, a differenza di quello bovino che richiede una congrua maturazione.
17 marzo 2015