Messina, 12 gennaio 2018 – Ventidue anni fa Cosa Nostra per mano di Giuseppe Brusca, Vincenzo Chiodo e Giuseppe Monticciolo faceva assassinare Giuseppe Di Matteo, di nemmeno 15 anni: il ragazzino era nelle mani di quegli orchi da più di 26 mesi, ormai ridotto ad una larva dalla lunga e crudele prigionia, e il suo corpo venne disciolto nell’acido.
La sua colpa? quella di essere figlio di un ex-mafioso ormai divenuto collaboratore di giustizia, se questa può essere considerata una colpa.
Giuseppe Di Matteo venne rapito nel maneggio che frequentava regolarmente, perché amava tantissimo i cavalli: per questo gli verrà dedicato il nuovo punto informativo del Cavallo Sanfratellano all’interno del Parco dei Nebrodi, che rinascerà presto dalle ceneri in cui lo avevano ridotto mani ignote nel dicembre del 2016.
Dichiara Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi: “Il nostro punto informativo, distrutto da un incendio nel dicembre 2016, rinascerà anche nel nome del piccolo Giuseppe, per il tramite dei cavalli che amava tanto. 22 anni fa vili e vigliacchi assassini si accanivano contro un bambino, Giuseppe Di Matteo. Un bambino che amava la vita, andare a cavallo, piccolo, gentile, dolce e sensibile. Una morte atroce, sciolto nell’acido. Questa terra ha dovuto sopportare anche questo: ecco perché qualche settimana fa a Corleone pronunciai quelle parole: mafiosi senza dignità. Questo lo dico e lo grido insieme a tutte le persone oneste e laboriose alle quali, quel maledetto giorno, togliendo la vita ad un bambino, un pezzo di dignità è stata tolta. Abbiate vergogna di presentarvi agli esseri umani, di esistere, soprattutto abbiate paura di presentarvi al cospetto di Dio: riposa in pace, piccolo Giuseppe”.
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