Bari, marzo 2015 – Duilio Cambellotti fu uno degli esponenti italiani più famosi dell’Art Nouveau: nato a Roma nel 1876, figlio di un intagliatore decoratore, unì sempre alla sua capacità di esprimersi in molteplici modi l’intento educativo, il desiderio che le sue opere servissero a migliorare e abbellire la vita di tutti.
La sua prima prova di artista fu un cavallo: lo disegnò sul pavimento della camera dei genitori con un gessetto bianco, aveva solo sei anni ma continuò per tutta la vita a considerarlo il suo soggetto preferito: “Questa essenza, il cavallo, è penetrata nella mia arte e non l’ha più lasciata. Ho amato e studiato questa forma, forse più di ogni altra, anche più dell’umana, per la quale non ho avuto lo stesso entusiasmo. A volte l’ho analizzata, poi son passato alla sintesi, ma ho sempre fatto ritorno con vero trasporto all’analisi più minuta;[…]ed è stata una certa voluttà per me interpretare i più sottili dettagli degli occhi, delle narici e il fluire della coda…”
E qui al Palazzo dell’Acquedotto Pugliese di Bari, dove fino al 14 giugno sarà aperta al pubblico la mostra “Duilio Cambellotti. Le grazie e la virtù dell’acqua” i cavalli sono uno dei leit-motiv delle decorazioni, il filo conduttore che si intreccia al rivolo prezioso dell’acqua e ne evidenzia la virtù più vera. Cambellotti li inserisce in ogni dettaglio, in ogni oggetto: l’intero Palazzo, i suoi arredi e le sue decorazioni sono frutto delle sue capacità artistiche che riusciva ad applicare nei più diversi ambiti – dall’architettura all’ebanisteria, dagli affreschi alle lampade.
Una opera d’arte totale, che racconta non solo l’importanza dell’opera idraulica in sé ma anche lo spirito alto che muoveva la mano di Duilio Cambellotti nel disegnare le sue invenzioni estetiche, sempre pensando ad arricchire il mondo e chi lo abita di cose belle e nuove e utili.
Che il bello aiuta a vivere meglio, come ben sappiamo: e basta guardare uno dei nostri cavalli per sentirlo, ogni giorno.
Da ricordare anche i magnifici butteri delle Paludi Pontine disegnati da Cambellotti, che ebbe una parte importante nella scolarizzazione di quella regione negli anni ’30: disegnò lui i progetti delle case rurali e delle scuole, e anche le illustrazioni dei sussidiari usati dai ragazzi di Latina, Cisterna, Pontinia e dintorni.
E vi possiamo assicurare che l’impressione di cura e attenzione, di una bellezza vicina e sentita trasmessa da un progetto così organico è rimasta a lungo in quei bambini e bambine che hanno poi sentito la necessità di raccontarla ai loro figli, anche senza sapere che dietro c’era l’immaginazione di un artista che si chiamava Duilio Cambellotti.
17 marzo 2015