Firenze, marzo 2015 – Con una primavera piovosa come questa è difficile programmare una passeggiata a cavallo, che oltre a bagnarsi come pulcini ci sono da schivare frane, allagamenti ed esondazioni assortite.
Una buona alternativa di emergenza per rimanere immersi nel mondo equestre senza esporsi eccessivamente agli agenti atmosferici avversi potrebbe essere quella di dedicare qualche ora al Museo delle Selle di Vincenzo Moffa, in quel di Marradi: ne avrete sicuramente avuto un assaggio passando per le gallerie di Fieracavalli a Verona, o nel bellissimo stand che aveva allestito l’anno scorso alla Mostra Nazionale del Cavallo di Città di Castello, che gli aveva dedicato tutto lo spazio e il risalto che si merita.
Sì, perchè nel corso degli anni il signor Moffa ha raccolto una magnifica ed interessantissima collezione di selle, che spazia attraverso tempo e latitudini mettendoci sotto gli occhi, materialmente, uno degli oggetti che più è capace di raccontare la storia dell’uomo e del cavallo.
Perchè la sella sta lì, proprio in mezzo a loro , mediando tra le esigenze fisiologiche dell’uno e le necessità pratiche dell’altro.
Così ogni sella della collezione è diversa dall’altra, come diversi uno dall’altro sono i bisogni che le hanno lentamente formate: bardelle e scafarde da buttero, selle da cow-boy, da gaucho, selle da dromedario e selle da cammello, selle di modello rinascimentale e da alta scuola, da galoppo e basti da soma….davvero una occasione di pensare a tanti cavalli e a tanti posti lontani, che i viaggi si possono fare anche dentro la testa e seguendo tracce che non abbiamo lasciato noi.
Oltre alle selle vere anche belle riproduzioni in ceramica dell’artista Milena Milandri, e sparse tra paddock e scuderie le sculture in legno di Moffa: un posto dove non ci si annoia, questo Museo delle Selle.
26 marzo 2015