Roma, marzo 2015 – Nonostante il periodo di commissariamento della Federazione Italiana Sport Equestri volga al termine e il 30 marzo prossimo il popolo equestre si ritiene pronto per eleggere un nuovo presidente, i toni restano alti e non accennano a placarsi. Dai social ai blog, dalla campagna elettorale a qualunque decisione venga presa, qualcuno ha sempre qualcosa di ridire o da commentare.
Ben venga da un lato, visto che, forse mai prima d’ora, c’è stato questo spirito partecipativo, però crediamo che si debba sempre stare attenti a usare le parole soprattutto se il mezzo è la rete. E proprio in questi giorni alla nostra redazione è saltata all’occhio in particolare una polemica di recente sollevata per la firma di un accordo tra la FISE e un’Associazione che si occupa di doma classica. Abbiamo pensato di approfondire e per farlo abbiamo sentito proprio il Commissario Straordinario della Federazione Italiana Sport Equestri Avv. Gianfranco Ravà.
Avvocato Ravà, in cosa consiste questa convenzione?
«È utile specificare intanto che l’AIDC, Associazione Italiana di Doma Classica, è un’associazione “aggregata nazionale” alla FISE, con statuto approvato dalla FISE stessa. E’ dunque annoverata tra le associazioni in possesso dei requisiti per far parte della nostra Federazione e quindi equiparata a tutte le altre aggregate. L’accordo prevede una equiparazione delle patenti rilasciate da altri EPS, consentendo alla FISE di accogliere una richiesta della base, adempiendo peraltro ai propri fini statutari, che prevedono, tra l’altro, la promozione degli sport equestri. In virtù di ciò la FISE si impegna ad acquisire e formare i quadri tecnici e i giudici di vari livelli inserendoli nei propri elenchi».
Perché secondo lei questa convenzione ha scatenato le ire di qualcuno
«Per quello che ho capito, perché il presidente di tale associazione sembra sia stato colpito da un procedimento della giustizia sportiva. Ci tengo a precisare: dal primo grado della giustizia sportiva di un’altra Federazione. Per quanto riguarda la nostra Federazione, infatti, l’associazione e i suoi componenti avevano e hanno tutti i requisiti in regola. Peraltro, le altre Federazioni, che gravitano intorno al CONI, vengono messe a conoscenza di eventuali decisioni prese solo in via definitiva, ovvero in terzo grado. Anche in questo caso prevale il principio di innocenza».
Ci siamo resi conto però che in particolare un blog ha criticato molto aspramente tale decisione… forse anche esagerando un po’, non crede che anche questi comportamenti danneggino il nostro sport?
«Sono dell’avviso che ognuno possa e debba esprimere la propria opinione, purtroppo però non ci si rende conto che spesso si esagera. Non è possibile andare fuori dalle righe, perché si finisce per l’appunto per danneggiare anche lo sport. E’ per questo che ho deciso di dare mandato agli avvocati che hanno già presentato alla Procura della Repubblica di Roma formale querela a tutela mia e della Federazione nei confronti del responsabile di queste affermazioni, che a quanto mi risulta – peraltro – ama spesso nascondersi dietro uno pseudonimo».
12 marzo 2015