13 luglio 2018 – E’ uscito in tutte le sale cinematografiche italiane 12 Soldiers, un film di Nicolai Fuglsig basato sulla storia vera di una unità ippomontata in emergenza dell’esercito americano, che venne impiegata durante la guerra in Afghanistan per appoggiare il generale Abdul Rashid Dostum nel contrasto dei talebani di Al Qaeda.
Protagonisti della pellicola prodotta da Jerry Bruckheimer sono Chris Hemsworth ed Elsa Pataky, sua moglie anche nella vita: le critiche del film non sono particolarmente esaltanti, gli vengono addebitate una eccessiva enfasi epico/eroica e l’assenza di profondità psicologica dei personaggi.
Ma siamo sicuri che trailer e locandine del film colpiranno comunque noi ippofili per via del contrasto tra cavalli afghani bardati con i finimenti tradizionali e cavalieri in mimetica con tanto di fucile d’assalto: e dietro questa immagine molto di impatto c’è tanto di vero, per quanto sia una ricostruzione cinematografica.
Perché i 12 della ODA 595, questo il nome dell’unità USA inserita nella Task Force Dagger, si trovarono in una situazione del tutto particolare: pur non avendo una preparazione equestre specifica (l’unico con una certa esperienza in sella era il comandante, capitano Mark D. Nutsch) tutti gli uomini accettarono subito di montare i nevrili, vivaci e intraprendenti stalloni afghani che vennero messi a loro disposizione.
Erano infatti l’unico mezzo di locomozione adatto a muoversi velocemente in un teatro complesso come quello dove si trovavano ad operare: ed è una certificazione di qualità del carattere di quei rustici cavalli autoctoni il fatto che riuscirono a diventare veramente un prezioso aiuto per i soldati della ODA 595.
Uno di loro, il capitano Will Summers, descrisse lo strano connubio formato da loro e da quei cavalli, fieri eredi dei corsieri da buzkashi, come un incontro tra i Jetsons e i Flinstones: un modo perfettamente stars&stripes per descrivere la società creatasi tra soldati del più moderno esercito del mondo attuale con i rappresentanti equini di una realtà ancora immerso in usi e costumi da Medioevo.
Ulteriore richiamo cinematografico di Summers nelle sue memorie, oltre agli amatissimi cartoons di Hanna-Barbera, anche al film The Man from the Snowy River: il capitano con una disarmante semplicità confessa che cercò di assecondare una iniziativa scapestrata presa dal suo stallone (che si buttò giù a capofitto da una collina con una pendenza da capre, incurante del fatto che Summers avrebbe preferito di molto il tragitto più lungo e meno ripido) allo stesso modo con cui aveva visto affrontare una difficoltà simile in quella pellicola degli anni ’80, guardata tante volte dal comodo divano di casa.
Insomma, verità e finzione cinematografica si intrecciano in modi inaspettati: cose che succedono solo coi cavalli, grazie ai cavalli.
Qui la storia vera dei 12 della ODA 595, e sotto il trailer del film: buona visione!