Taranto, 7 aprile 2020 – Slow travel o viaggio lento, chiamatelo come volete: ma è quel regalo inestimabile che ti possono fare compagni di viaggio eccezionali come gli asini, e gente capace di dare il tempo giusto agli occhi, al cuore e al bisogno di approfondire che è nonostante tutto ben radicato in noi umani.
Oggi Marika Ramunno, fotografa e amazzone pugliese, ci racconta due di questi viaggiatori privilegiati: Helena e Carlo e i loro asini Tony e Aurora Alba: buona lettura.
Un giorno un mio collega che conosce il mio interesse verso i cavalli mi ha raccontato di aver conosciuto a Castellana Grotte due persone che camminano per tutta Europa accompagnati da due asini.
Mi sono messa subito sulle loro tracce e sono andata ad incontrarli al bioagriturismo Serragambetta di Domenico Lanera, dove erano ospiti in quel periodo.
Qui Domenico ha messo a loro disposizione una piccola abitazione molto confortevole e un terreno accanto al boschetto di querce, dove Helena e Carlo hanno piantato il recinto portatile, che è parte della loro dotazione di viaggio, e una capanna dove Tony e Aurora Alba possono muoversi liberamente e decidere di ripararsi in caso di maltempo.
Helena Carlo Tony e Aurora Alba sono in cammino dal 2016.
Partiti dalla Lunigiana, in Toscana, hanno camminato fino in Svezia, paese di origine di Helena, perché la loro idea era quella di andare da casa a casa a piedi.
Arrivati a Goteborg sono rimasti nelle campagne nei dintorni della città per 8 mesi e poi si sono rimessi in cammino per tornare ad Albiano Magra. Il viaggio di ritorno è durato un anno esatto e dopo una residenza di 10 mesi insieme ai loro cari amici, si sono messi in cammino per raggiungere la Puglia. E’ da ottobre 2019 che itinerario nella nostra terra.
Dalle loro parole ho capito cosa si prova a viaggiare a piedi: quando diventa quotidianità il cammino può creare senso e da esso si trae un apprendimento fisico, spaziale e temporale. Ma è anche un apprendimento sentimentale perché giorno dopo giorno, entrano nel tessuto sociale che si modifica da luogo a luogo.
Quello che mi ha colpito è l’alta considerazione in cui tengono Tony e Aurora Alba, gli asini con cui camminano, dei veri e propri compagni di viaggio. Hanno scelto di camminare insieme a loro perché agiscono la vita con un altro tempo, sono più lenti e più pacati e sono loro a dettare i tempi del viaggio. In questo periodo di sosta prolungato, la mattina si svegliano presto e si preoccupano di portare a passeggiare Tony e Aurora Alba per calpestare strade battute così da rinvigorire gli zoccoli e scoprire i dintorni e di tanto in tanto si soffermano in qualche prato per lasciargli brucare un po’ di erba.
Ma insieme vanno anche a fare la spesa fino al paese o ad approvvigionare il fieno.
Presto ho constatato che a differenza di Tony, Aurora Alba adora la pioggia, Tony se può scegliere preferisce non bagnarsi.
Era la prima volta che li ho seguiti per un tratto del loro viaggio in Puglia e sono rimasta due giorni insieme a loro. Io dormivo in un caravan vicino al loro accampamento e una finestrella si affacciava proprio sul recinto degli asini, la tenda di Helena e Carlo era dall’altro lato. Il secondo giorno piovve a dirotto.
Me ne stavo chiusa nel caravan riguardando gli scatti del giorno prima e di tanto in tanto buttavo fuori lo sguardo sperando di vedere la pioggia cessare e vedendo la tenda fradicia mi chiedevo come se la passassero Helena e Carlo con quel brutto tempo e ho visto Tony che era riparato sotto il telo cerato della capanna mentre Aurora Alba se ne stava sotto la pioggia battente come se nulla fosse.
Le giornate della carovana sono scandite dall’equilibrio fra le necessità degli asini e degli umani.
Il cammino è lo spazio più consono in cui si percepisce una armonia inusuale, ma anche quando il branco deve fermarsi per più giorni in un luogo succede di vedere i quattro spendere tanto tempo insieme.
La toelettatura e la pulizia degli zoccoli sono routine quotidiana, forse Tony e Aurora Alba ne farebbero anche a meno, non si sottraggono invece ai massaggi che sembrano adorare.
E succede che la carovana riceva molte visite di persone incuriosite dalla presenza dei due animali. Gli asini fungono da rompighiaccio e favoriscono il dialogo fra le persone.
Su una cosa Helena e Carlo sono categorici: nessuno può cavalcare Tony e Aurora Alba, neanche i bambini, perché la sosta rappresenta soprattutto per loro momento di riposo.
Fino ad oggi hanno percorso insieme circa 10000 chilometri. Sul finire del 2019 si è unita alla carovana anche una “cana” di strada che ha deciso di seguirli, si chiama Amapola.
La cosa che mi ha più incuriosito della loro esperienza di viaggio, è che hanno sempre occasione di conoscere tante persone, di fare esperienze di vario genere, anche quella di dover far attenzione a predatori che vivono nei boschi, come orsi o lupi.
Viaggiare a piedi è la modalità più sostenibile, per loro consiste in spostarsi giornalmente al ritmo dettato dagli asini, senza avere una meta precisa, andando a trovare un posto adatto per Tony e Auora Alba, dove possano avere uno spazio protetto e fieno per la notte.
Strada facendo hanno capito che una percorrenza giornaliera di 15 chilometri è ideale perché nessuno dei quattro si stanchi oltre le proprie possibilità e per avere sufficiente tempo da dedicare agli ospiti del giorno.
Infatti ogni giorno bussano ad una nuova porta chiedendo ospitalità, non pianificano quasi mai perché molte volte accade che qualcuno li incontri casualmente per la strada e li inviti spontaneamente a recarsi presso la sua abitazione per il pernottamento. In questo modo gli accadimenti diventano opportunità invece che imprevisti e stando a questo ordine di cose pianificare può diventare controproducente.
Dopotutto, come loro dichiarano, questo stile di vita non è solo una scelta ma è anche una protesta, è un atto di disobbedienza contro l’organizzazione contemporanea della nostra società, in cui la qualità della vita è subordinata alla produttività ad ogni costo, cosicché le giornate dei singoli individui, anche bambini, sono scandite dall’agenda sempre più zeppa di appuntamenti.
Questo è un guaio perché la conseguenza è una società in preda alla frenesia che alla lunga causa disagio sociale e patologie psicosomatiche. L’effetto più evidente è la carenza di tempo da dedicare a se stessi e alla cura reciproca fra gli individui e la carenza di riguardo verso il sistema vivente in tutte le sue forme.
La lentezza degli asini, il silenzio con cui “occupano” lo spazio, permette loro di guardare alle cose con occhi diversi, con più empatia. Gli asini insegnano ad indugiare su ogni singola cosa, senza fretta. Per conoscerli bene ci vuole tempo. Attraverso loro si impara a non dare niente per scontato ed a dare valore ai singoli particolari per conoscere meglio quello che ci circonda.
Anche il titolo del loro progetto, “Un attimo sto arrivando”, non è casuale, rappresenta un ossimoro, voluto, per far capire come quell’attimo, può essere anche infinito.
Fino da quando la carovana di “Un attimo sto arrivando” ha mosso i primi passi, Helena e Carlo hanno lasciato ai loro ospiti giovani alberi da mettere a dimora, lo hanno fatto ogni giorno di cammino ed hanno così segnato la strada che hanno percorso dall’Italia alla Svezia ed il ritorno con le variazioni ed anche il tragitto fino in Puglia, ed hanno chiamato questa via “Via Asina”, in onore dei loro compagni di viaggio.
Ad oggi la carovana ha lasciato a dimora circa 600 alberi.
In questi giorni, in cui stiamo vivendo l’emergenza per la diffusione del virus SARS-CoV-2, la carovana è ferma nel comune di Massafra, in provincia di Taranto, ospite del Centro Ippico Cernera della Dottoressa Veterinaria Elisa Pantaleo.
di Marika Ramunno