Bologna, aprile 2015 – Ogni tanto – a dire il vero ultimamente sempre più spesso – evoco il bug del millennium.
Ovvero quel mirifico virus che allo scoccare dell’anno 2000 avrebbe dovuto oscurare e azzerare il mondo telematico, profezia Maya non avveratasi presumibilmente per un errore di calcolo ma che, considerando l’utilizzo da parte di molti del web e dei social, sarebbe a questo punto auspicabile.
L’ultimo dei tormentoni, ma solo in ordine di tempo, riguarda la notizia apparsa su Facebook riguardante la cessione dei Pratoni del Vivaro al demanio.
Per capire meglio, abbiamo fatto qualche telefonata…
Allora, per linee generali, la questione funziona così. Sino a oggi i Pratoni sono appartenuti a Coni Servizi Spa.
Con il Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 26/02/2015, sono trasferiti al Demanio immobili appartenenti alla Coni Servizi Spa, tra cui appunto i Pratoni del Vivaro. A differenza di Coni Servizi che è una Spa, e per definizione deve realizzare un utile, il Demanio è lo Stato.
E può anche – cosa altamente auspicabile per tutto il mondo equestre – decidere di affidare i Pratoni in considerazione della propria vocazione a chi rappresenta il maggiore collettore degli sport equestri.
Ovvero la Fise.
Probabilmente in forma usufruttuaria o di gestione. Questo è ancora da vedere. A quel punto la Fise, con risorse proprie (il nuovo presidente Vittorio Orlandi potrebbe risultare molto efficace nel reperimento delle risorse) o con l’aiuto del Coni (non Coni Servizi Spa ma l’altro, quello di Malagò) si troverebbe nella condizione di poter gestire e riportare al dovuto splendore la migliore palestra degli sport equestri in Italia.
Questo ci hanno spiegato e questo per dovere di cronaca riportiamo, magari con la promessa, al momento in cui le cose saranno veramente decise e definite, di tornarci sopra con una inchiesta a tante voci.
…l’editoriale proseguegue su altri argomenti, che potrete approfondire sul numero in uscita