Bologna, ottobre 2015 – Non dimenticare e ricordare. Due aspetti importanti per la vita del genere umano. La memoria e il ricordo – se ben utilizzati – rappresentano la base d’appoggio per lo slancio verso il futuro, facendo in modo che il passato divenga quindi parte organica di ciò che deve ancora accadere. Determinando talvolta il modo in cui quello che deve ancora accadere di fatto accadrà. Solo che non è semplice far sì che il ricordo non rimanga un’azione del pensiero fine a se stessa, sterile, improduttiva, nostalgica e quindi talvolta addirittura controproducente: bisogna evitare di tagliare il cordone ombelicale che ci lega al passato e trasportarlo invece nella vita del presente, collocarlo dentro lo spazio che stiamo vivendo con le modalità, il linguaggio, l’azione della nostra vita. Renderlo attuale e non soprammobile ammuffito al quale ogni tanto rivolgere uno sguardo svogliato. E cosa c’è di più attuale e nello stesso tempo più proiettato verso il futuro dello sport? Quando un atleta ottiene un risultato che serve al prossimo atleta come termine di paragone per stabilirne possibilmente uno migliore? E’ così che viaggia lo sport: facendo diventare passato il presente alla ricerca di un futuro che non avrà vita molto lunga prima di diventare a sua volta presente… Così si muove lo sport: costantemente proiettato in avanti, verso un dopo che se non ci fosse farebbe morire tutto, anche l’adesso e il prima.
Ecco perché la memoria del generale Carlo Alberto dalla Chiesa e di sua moglie Emanuela Setti Carraro viene preservata da ventiquattro anni mediante un evento sportivo. Certo, non solo con quello: la storia di due personaggi del genere basta da sola a farli rimanere per sempre nella nostra memoria. Nella ‘nostra’ però, in quella di noi contemporanei: poi arrivano i giovani, i ragazzi, i bambini, e a tutti loro si deve necessariamente trasferire il segno e il significato di ciò che è accaduto. Ecco dunque il valore dello sport, in questa prospettiva: il Master d’Italia Memorial dalla Chiesa è un evento sportivo che anno dopo anno – e sono ormai ben ventiquattro – porta e trasferisce nella coscienza e nello sguardo e nel pensiero di ciascuno di noi l’immagine non solo del generale dalla Chiesa e di sua moglie e dell’agente Domenico Russo che con loro ha perduto la vita quel giorno del settembre 1982, ma anche di tutto ciò che loro hanno rappresentato, ciò per cui hanno combattuto e lottato, i principi per i quali hanno vissuto, i valori che hanno esaltato. Quello che avrà luogo a Bologna presso gli impianti del Gese dal 3 al 6 dicembre quindi non è soltanto un evento sportivo, un concorso ippico ‘normale’, uno spettacolo agonistico: è piuttosto un momento grazie al quale tutti noi trasportiamo il nostro passato attraverso il nostro presente per collocarlo nel nostro futuro. Nel segno di un uomo che è stato un eroe moderno e di una donna che gli è stata vicino condividendone il senso della vita.
30 ottobre 2015