Bologna, gennaio 2016 – Prima di tutto le due cose più importanti: il cavaliere nel momento in cui scriviamo queste righe è ricoverato in osservazione presso l’ospedale di Novi Ligure per effettuare domani una Tac di controllo, ma le sue condizioni apparentemente non destano eccessiva preoccupazione; in secondo luogo il cavallo: non ha subito alcuna conseguenza. Detto ciò, non si può descrivere la caduta di Giuseppe Corno (51 anni) e di Imponente se non come terrificante, tale da poter avere esiti ben più gravi: è accaduto questa mattina a Tortona durante una gara del concorso nazionale a cinque stelle. E’ lo stesso Giuseppe che al telefono con un filo di voce e ignorando i dolori sparsi ovunque sul suo corpo ne vuole parlare con il preciso intento di lanciare un segnale di attenzione; la sua caduta è stata infatti determinata da un evento tanto raro quanto potenzialmente devastante: l’agganciarsi di uno dei due ferri anteriori a una fibbia di congiunzione tra la martingala e il paracolpi di cuoio che serve a scongiurare i possibili contatti con i ramponi sul petto del cavallo durante il culmine della parabola. Imponente dunque si è ricevuto sul terreno senza poter trovare appoggio sugli arti anteriori e quindi franando a terra con tutta la forza dovuta all’inerzia e al peso della sua massa. “Sono vivo per miracolo direi”, scherza – ma non troppo – con voce flebile Giuseppe Corno, “ma credo che di questa evenienza si debba parlare perché le conseguenze possono essere gravissime. Devo anche dire che forse ho commesso una leggerezza, anche se non sono sicuro che l’incidente possa essere dipeso da questo: prima di entrare per la mia gara mi sono accorto che il ferro aveva perso un po’ di aderenza sulla suola dello zoccolo, ma ho pensato che sarei passato dal maniscalco dopo aver terminato il mio percorso. Può anche darsi che quella fessura sia stata determinante. Quindi bisogna fare sempre la massima attenzione anche ai minimi dettagli, anche a quelli che sembrano del tutto insignificanti. A me è andata bene, ma non si può fare troppo affidamento sulla fortuna… ”. In effetti si tratta di un tipo di incidente che può capitare una volta su un milione, volendo fare una statistica un po’ approssimativa: nel 1995 a Piazza di Siena ne rimase vittima anche Arnaldo Bologni con Mayday durante la seconda manche del Gran Premio Roma uscendo dalla doppia gabbia, con la differenza che in quell’occasione il ferro si strappò e il cavallo riuscì a non cadere pur facendo una vera e propria acrobazia per rimanere sulle sue gambe. A Giuseppe Corno (campione d’Italia 1986, anno in cui ha partecipato al Campionato del Mondo di Aquisgrana) facciamo ovviamente tutti i nostri migliori e più affettuosi auguri: da ammirare poi il suo desiderio di inviare un messaggio di attenzione a tutte le amazzoni e i cavalieri impegnati in gara. Giuseppe Corno: un vero cavaliere.
24 gennaio 2016