MIlano, febbraio 2015 – Sul sito del Comitato regionale Lazio la notizia non è in evidenza (almeno noi non l’abbiamo trovata…) quindi prendiamo per buono ciò che raccogliamo dal web: Paolo Margi terrà uno stage di completo, gratuito, valido come aggiornamento annuale nell’iter di formazione.
Incentrato sul lavoro alla corda, detto stage si svolgerà il 16 e 17 febbraio presso gli impianti dell’Ippodromo Militare di Tor di Quinto.
A fronte di questo evento c’è davvero spazio per quasiasi commento personale.
Personalmente non amo il clima forcaiolo da arruffapopoli che trova terreno fertilissimo sui social però, allo stesso modo, non trovo affatto opportuno che (seppur a totale carico del Comitato Fise Lazio) i soldi dei tesserati vengano investiti sul dubbio.
Abbiamo tutti davanti agli occhi il putiferio che ha suscitato il caso di Flambo.
Perché quindi investire su una persona che, colpevole o innocente, si trova oggi al centro dei riflettori per una questione così terribile?
I processi sommari hanno dimostrato che alla lunga la verità non viene mai fuori. Si crea clamore, si creano fazioni di colpevolisti e innocentisti da manipolare ‘alla bisogna’ ma niente di più.
Che si tratti di Margi o del signor PincoPallo poco importa.
Non più tardi di un paio di giorni fa, il cittì della nazionale di calcio, Antonio Conte, è stato toccato dall’indagine sul calcio-scommesse. Niente di fronte a ciò che oscura la figura di Paolo Margi.
Alla stampa Conte ha dichiarato un ragionato “Non mi dimetto”.
E del tutto analoga risulta la posizione del Comitato Lazio attraverso le parole del Presidente Brunetti: «Il Sig. Paolo Margi fa parte del corpo docente del Comitato Lazio da diversi anni e risulta essere tra i docenti con maggior gradimento da parte delle nostre utenze, gradimento confermato anche in un recentissimo nostro sondaggio. Avendo saputo che la procura federale ha aperto una inchiesta per la morte del cavallo Flambo, abbiamo chiesto sia alla federazione centrale sia alla procura federale se sono state disposte forme restrittive a carico di tecnici coinvolti, in particolare Paolo Margi, e sull’argomento non ci è stata segnalata alcuna restrizione. Pertanto, il comitato ha continuato le sue attivitá formative secondo i programmi prestabiliti e programmati da diverso tempo».
Da fonti certe e attendibili, ci arriva invece notizia che lo stage non è stato autorizzato dalla Fise Centrale.
Di fatto, a oggi, se cercate il nome Margi nel sito del Coni, compare ‘solo’ come valente istruttore di Stefano Brecciaroli, orgoglio azzurro del completo internazionale.
Colpevole o innocente quindi non è il punto. Non oggi almeno. Se ci saranno delle indagini, se c’è stata una denuncia, la giustizia sportiva seguirà la propria strada senza dimenticarsi di Flambo. E noi tutti saremo lì a vigilare che ciò avvenga con puntualità.
Oggi il punto è se non fosse stato meglio, mettendosi nei panni del Comitato Lazio, evitare di raccogliere questa provocazione tirandosi addosso il dissenso collettivo e utilizzare magari un tecnico di pari valore ma meno discusso. Qual è il senso di alimentare in questo modo il clima dei veleni?
Evitando di schierarsi di qui o di là dalla riga, perché non congelare la ‘posizione Margi’ in attesa che venga chiarita tutta la vicenda in maniera inequivocabile?
Un modus operandi di questo genere offrirebbe sicuramente un’immagine più seria e rigorosa del nostro sport che in questo periodo (e più ci avvicineremo al 30 marzo, peggio sarà…) manca proprio di serietà e rigore.
11 febbraio 2015