Bologna, marzo 2016 – L’ultima questione esplosa sul web in ordine di tempo è la discussione (eufemisticamente parlando) a proposito della lettera che Eleonora Di Giuseppe ha spedito al presidente della Fise Vittorio Orlandi, al segretario generale della Fise Walter Caporizzi e ai componenti il consiglio direttivo. Lettera che è stata spedita in via riservata a ciascuno dei destinatari e che nonostante ciò è stata istantaneamente pubblicata ovunque sulle pagine elettroniche di tutti i gruppi che su Facebook si occupano di sport equestre e di politica federale. Tra chi sostiene che la vicenda conferma l’esistenza di una via di fuga di notizie molto pericolosa all’interno della Fise e chi invece adombra l’ipotesi che la stessa signora Di Giuseppe abbia in qualche modo ‘non ostacolato’ la pubblicazione del documento all’esterno delle mura del consiglio federale, noi abbiamo preferito lasciare alla diretta interessata l’opportunità di chiarire la vicenda. Ecco quello che ci ha detto Eleonora Di Giuseppe.
“Premetto che non voglio commentare i contenuti della mia lettera né rilasciare dichiarazioni in merito perché è opportuno e doveroso che prima vi siano l’analisi e la valutazione da parte del consiglio federale delle problematiche che ho rappresentato. Ho inviato questa lettera al presidente e ai componenti il consiglio per sottoporre alla loro attenzione, in maniera congiunta, alcuni temi che in realtà avevo già proposto, evidentemente in maniera poco efficace, al presidente e ad alcuni dei consiglieri. Il mio obiettivo era quello di trovare una modalità affinché tutti loro, insieme, potessero prendere atto di alcune problematiche ed individuare le migliori soluzioni mettendomi a completa disposizione per approfondirne l’analisi e fornire eventuali ulteriori chiarimenti. La lettera era riservata non perché lo fossero i contenuti, che sono infatti sostanzialmente riconducibili ad atti e fatti oggettivi e a decisioni del consiglio federale; volevo però che il consiglio e il presidente potessero avere tempo e modo per ragionare riservatamente su quelle problematiche e sulle soluzioni più opportune. Questo era il senso della mia iniziativa che ho posto in essere con il pensiero che si sarebbe trovata, tutti insieme, una soluzione armonica e condivisibile, ovviamente connessa alla migliore gestione della federazione. Il percorso però si è sviluppato differentemente. Mi dispiace che ciò che doveva essere riservato non lo sia stato. Purtroppo la fuga di notizie è una situazione che riguarda la federazione da tempo; quasi puntualmente assistiamo ad un’uscita di documenti e di atti prima che vengano resi ufficiali. Ciò che mi amareggia ancora di più è che, a seguito di questo fatto, siano emersi alcuni atteggiamenti volti a strumentalizzare la situazione, più che a risolvere i problemi rappresentati. Proprio la pubblicazione della mia lettera sembra essere stata uno dei motivi che ne ha impedito al momento l’esame da parte del consiglio federale. Ritengo che il problema delle cosiddette fughe di notizie possa essere visto e risolto in un’altra luce, fermi restando i diritti connessi alla privacy. Penso che la federazione sia l’insieme dei tesserati e ciascuno di loro debba sentirsi parte attiva e importante di tale insieme; questo non sembra accadere, e il fatto che gli utenti abbiano la sensazione di non ricevere tempestivamente le opportune e oggettive informazioni, e non si sentano sufficientemente coinvolti, crea disagi e preoccupazioni e soprattutto blocchi contrapposti e fazioni in conflitto, per cui si va alla spasmodica ricerca della notizia temendo di non poterla ricevere in altro modo. É una questione che a mio avviso può essere risolta innanzitutto con un più ampio coinvolgimento affinché tutti i tesserati, ognuno secondo le proprie risorse e competenze, possa sentirsi parte di un unico e solo gruppo. Detto questo, ho sentito e letto molti commenti che hanno strumentalizzato questa vicenda, discutendo di quello che per me rappresenta un non-problema: ho dato una lettera al presidente e al consiglio affinché potessero tutti insieme affrontare le problematiche e trovare le soluzioni, eventualmente mettendomi a disposizione in funzione di tale scopo. L’ho fatto con fiducia pensando che il mio gesto sarebbe stato tenuto da conto nell’esaminare il bene comune. Ma, come noto, non ho alcun problema a discutere e a presentare pubblicamente il mio pensiero e le problematiche connesse al mondo del cavallo e della federazione: se avessi voluto farlo pubblicamente, però, l’avrei assolutamente fatto io stessa, direttamente”.
5 marzo 2016