Napoli, maggio 2105 – Si è rivissuta l’atmosfera di un tempo che, seppure lontano, non è stato dimenticato: né potrebbe esserlo, d’altronde. La Scuola Napoletana di Equitazione per anni è stata sede di uno dei concorsi internazionali più importanti del nostro Paese quando a gareggiare su quel terreno in erba c’erano ancora le leggende della nostra equitazione, i fratelli d’Inzeo, e tutti i loro più validi avversari. Poi un lungo periodo di interruzione fino a che Salvatore Naldi – imprenditore partenopeo oltre che cavaliere appassionato e dedicato – ha voluto riportare il grande agonismo all’interno di quello storico campo ostacoli. Ecco dunque la prima edizione del Memorial “Giovanni Naldi” in calendario da venerdì scorso a oggi, domenica 17 maggio, concorso nazionale a sei stelle che vuole essere nient’altro che preludio all’evento previsto nel 2016, quando la manifestazione sarà internazionale. Intanto questo pomeriggio la vittoria del Gran Premio è stata colta da Andres Penalosa, cavaliere colombiano ma ormai da anni professionista nel nostro Paese, in sella a Sancerre Graviere, unico doppio netto nelle due manches di gara; suo anche il secondo posto in sella a Cisco’s Zidane, mentre in terza posizione Guido Franchi su Quixotic DC. Presente alla manifestazione anche il presidente della Fise Vittorio Orlandi, che questo campo ostacoli l’ha frequentato più e più volte da concorrente: “Il concorso organizzato alla Scuola Napoletana di Equitazione ha un grande futuro”, ha detto Orlandi. “Trasformato, come avverrà l’anno prossimo, in internazionale può inserirsi a pieno titolo nel panorama dei più prestigiosi appuntamenti nazionali, a ridosso del concorso Piazza di Siena a Roma”. Il presidente della Fise è poi tornato indietro con la memoria alle sue frequentazioni della Sne nei primi anni Settanta: “Ne è passato di tempo, ma è tutto rimasto come allora. Sicuramente con un’atmosfera più ricca, grazie agli investimenti fatti dall’organizzatore del concorso Salvatore Naldi e al lavoro svolto dal presidente Riccardo Morelli”.
17 maggio 2015