Bologna, 27 dicembre 2016 – Simonetta Cipriano è una di quelle persone che non hanno la visibilità del grande campione vincitore delle Olimpiadi, ma la cui importanza per il mondo del nostro sport è perfino maggiore. Sono le persone che nel corso del tempo e degli anni contribuiscono a tenere vivo il nostro sport grazie alla loro costanza, alla loro dedizione, alla loro passione, senza cedimenti, senza interruzione, standosene lontano dalla luce dei riflettori e però facendosi trovare sempre pronte e disponibili nel momento del bisogno. Simonetta Cipriano è una donna formidabile. Adesso ha ricevuto la Stella d’Oro al merito sportivo del Coni, che è una onorificenza importante: premia i suoi cinquant’anni al servizio della Fise e dello sport equestre, un servizio che la signora Cipriano ha svolto come giudice e come dirigente di comitato regionale. Spiegare il valore di questa onorificenza è tanto superfluo quanto facile: chiunque abbia un minimo di esperienza ‘dentro’ uno sport capisce bene cosa voglia dire. Spiegare Simonetta Cipriano, invece, è molto più difficile. O meglio: complesso. Basti semplicemente considerare che in lei scorre in egual misura sangue asburgico e partenopeo: una miscela portentosa… e pericolosa (quando mai si dovesse entrare in conflitto!). Simonetta Cipriano è una donna che ha sempre svolto le sue mansioni nel mondo dello sport in modo rigoroso ma utilizzando soprattutto il buonsenso, sia che fosse impegnata alla guida del comitato regionale Fise della Campania come pure alla campana del Gran Premio Roma a Piazza di Siena. Indifferentemente. La sua signorilità, la sua cultura, la sua educazione, la sua autorevolezza, la sua esperienza, la sua saggezza, il suo senso dell’umorismo e la sua genialità mediterranea sono componenti che ne hanno fatto una delle figure più brillanti, consistenti e rilevanti nel panorama della dirigenza sportiva e in quello degli ufficiali di gara, soprattutto tenendo conto che tali ruoli si giocano principalmente mettendosi in relazione con il prossimo, con una eterogeneità di interlocutori e di situazioni davvero esasperata, richiedendo dunque capacità di confronto e di comprensione molto spiccate e certamente non comuni. Senza le quali non si riesce a fare quello che ha fatto la signora Cipriano: la quale – non ce ne voglia il Coni – andrebbe premiata con qualcosa di molto più prezioso dell’onorificenza che ora le è stata conferita. E in effetti questo qualcosa di molto più prezioso Simonetta Cipriano l’ha già ricevuto e continuerà a riceverlo: il rispetto, l’affetto, l’ammirazione del mondo dello sport nel quale – e per il quale – lei ha vissuto questi cinquant’anni.