Firenze, marzo 2015 – Una lunghissima tradizione, sette ippodromi funzionanti e i centri di allenamento nazionali più importanti (sia per il trotto che per il galoppo) localizzati entro i suoi confini: questi sono i dati oggettivi che collocano la Toscana ai primi posti nelle faccende dell’ippica italiana.
Logico quindi che proprio qui si sia sentita la necessità di interrogarsi sullo stato delle cose e sulle prospettive future di questo settore e il convegno di ieri tenutosi nelle sale di Palazzo Pianciatichi, sede del Consiglio Regionale Regione Toscana, ha offerto l’opportunità di sviscerare questi ed altri argomenti.
Tutti gli interventi che si sono succeduti hanno messo il focus sulla necessità di fare sistema, unire i diversi settori economici legati al mondo del cavallo e quindi proporsi più forti verso l’esterno: la Toscana ha tutti i crismi per farsi riconoscere come Regione del Cavallo, e come ha ben riassunto il presidente della Commissione Agricoltura, Loris Rossetti “molti degli ippodromi attivi in Toscana potrebbero ancora produrre un’economia locale specifica, specializzata, che risponda, oltre che a logiche sportive supportate dal sistema di scommesse, ad uno sviluppo rurale integrato con il territorio”.
Questo è l’indirizzo seguito da anni la Regione Toscana, che ha tenuto conto delle istanze legate al mondo dell’ippica sia nel Piano Regionale Agricolo e Forestale che nel Piano di Sviluppo Rurale: una sinergia tra tutte le realtà coinvolte, tutte ugualmente interessate a che si sbrogli la matassa della riforma del settore ippico nazionale, più volte annunciata ma ancora incerta e non chiaramente definita né avviata.
Conclusione finale del convegno: l’unica speranza è fare sistema, lavorare insieme e collaborare al funzionamento di un filiera che, se adeguatamente coltivata, può davvero fare la differenza e far crescere l’economia di tutta la regione.
E non solo aggiungiamo noi, che a copiare le cose ben fatte nessun ci hai mai rimesso nulla…
18 marzo 2015