Bologna, dicembre 2015 – Ciò che è accaduto ieri sera a Londra in occasione del Gran Premio di Olympia (ultima gara del concorso londinese, che tradizionalmente termina il lunedì) rappresenta al meglio la difficoltà con la quale talvolta si armonizza il regolamento con la realtà dei fatti. Soprattutto agli occhi degli attori e dei protagonisti. Cosa è successo ieri sera dunque? E’ successo che il giovane fenomeno irlandese Bertram Allen dopo aver vinto la gara sia stato squalificato a causa del rinvenimento di una traccia – seppur lieve – di sangue sul fianco destro del suo Quite Easy. Sconcerto (eufemisticamente parlando, come è facile immaginare) del cavaliere e massima solidarietà espressa da tutti i suoi avversari, compreso quel Michael Whitaker che su Viking è divenuto così il vincitore (il quale poi ha dichiarato di considerare quella un’amara vittoria, e aver passato la sua coccarda ad Allen). Ludger Beerbaum, esterrefatto, ha detto di aver dovuto inforcare i suoi occhiali per vedere quel segno di sangue. In campo prova e sulle tribune la parola più frequente da quel momento in poi è stata scandalo. Naturalmente è comprensibile tutto ciò: anche perché Allen (20 anni) ha fatto una gara grandiosa e soprattutto tutto può essere definito salvo che violento con i suoi cavalli. Il punto però è che c’è una regola. Quella che nel testo della Fei dice testualmente, laddove si parla di motivi di squalifica: “Cavalli che sanguinino sui fianchi, in bocca o dal naso, o che riportino segno di uso eccessivo degli speroni o della frusta su qualunque parte del corpo”. Una regola che va un po’ chiarita. Prima di tutto non c’è alcuna discrezionalità attribuita all’ufficiale di gara che dovesse riscontrare la traccia di sangue (certo: starà poi alla sua coscienza e professionalità e senso di responsabilità evidenziarla o meno, ma questo non ha nulla a che fare con la regola). In secondo luogo non si parla di entità del sanguinamento: è sufficiente che vi sia traccia di sangue dove normalmente non dovrebbe esservi. In terzo luogo il segno di uso eccessivo degli speroni non è da mettersi in relazione al sanguinamento: sono due cose distinte. Il sanguinamento (da minimo a massimo) determina sempre e comunque la sanzione a prescindere dalla modalità dell’uso dello sperone che lo ha determinato; sanzione che ugualmente scatterebbe se vi dovesse essere segno di un uso eccessivo degli speroni a prescindere dal sanguinamento (che per assurdo potrebbe anche non esserci). Ora, sappiamo tutti benissimo che soggettivamente parlando una regola può sempre essere discutibile; ma il punto è che la regola deve avere un valore oggettivo, che piaccia o meno. Detto questo è ovvio che dispiace da morire che Bertram Allen si sia visto privare di una vittoria assolutamente meritata: questo è fuori discussione. Tuttavia teniamo conto del fatto che le regole esistono a tutela dell’interesse di una collettività: metterle in discussione, riportare il discernimento delle situazioni alla discrezionalità del singolo individuo, ritenere che una volta fatta la regola si debba poi applicarla a seconda dei casi è sempre molto pericoloso, proprio per l’interesse di quella stessa collettività. Senza dire poi dell’attenzione che negli ultimi tempi tutto il mondo (non solo il mondo del nostro sport) riserva alle questioni che vedono gli animali come protagonisti di un’attività svolta insieme all’uomo. Tutto ciò premesso, il risultato di ieri sera vede dunque la seguente classifica: 1° il britannico Michael Whitaker su Viking, 2° il tedesco Ludger Beerbaum su Chiara, 3° il tedesco Marcus Ehning su Gin Chin van het Lindenhof; in realtà tutti battuti dal fenomenale Bertram Allen su Quite Easy, che sul campo è stato quasi due secondi più veloce di Whitaker. Il nostro eroe di Londra, Emanuele Gaudiano, ha montato Caspar con il quale ha chiuso il percorso base con due errori al 25° posto.
22 dicembre 2015