Agenzia ANSA
Londra, novembre 2015 – Ufficiale lo è stato per molti anni, gentiluomo decisamente meno. Tornano ad addensarsi le nubi del disonore su James Hewitt, ex maggiore della cavalleria di Sua Maestà che per un lustro fu amante e confidente di Lady D, accusato dal Mail on Sunday d’aver cercato di piazzare sul mercato americano – per lucrarci su – un pugno di lettere private ricevute dalla defunta principessa e persino alcuni ingenui bigliettini scritti dal principe William a 6 anni.
Di fronte al sospetto ‘infamantè, Hewitt – a quanto pare recidivo in questi tentativi di sfruttamento della memoria e dei sentimenti di una donna che gli fu legata – ha dapprima negato. Salvo ripararsi dietro un secco ‘no comment’ quando lo stesso Mail gli ha fatto avere copia di una scambio di mail che proverebbe il mercanteggiamento. In totale, insiste il tabloid, risulta che l’ex ufficiale britannico abbia tentato di offrire negli Usa un pacchetto di otto lettere firmate da Diana negli anni della loro relazione, più 26 bigliettini: alcuni dei quali scritti di proprio pugno da William bambino.
Fondamentalmente si tratta di lettere «innocenti», sottolinea ancora il giornale, che per una volta giura di non voler cavalcare oltre misura il sensazionalismo rivelando solo una piccola parte del contenuto degli scritti. Scritti in cui Diana si rivolge a Hewitt come a un «amico meraviglioso» e lo ringrazia di esserle vicino in un momento non facile. Il massimo del tono da ‘flirt’ pare sia esemplificato dall’incipit di una missiva datata 4 marzo 1988: «Mio carissimo James, – esordisce Lady D – da quando sei partito tutto sembra vuoto attorno a me. E questo include una bottiglia di champagne».
Parole e ricordi che evidentemente non inteneriscono l’aitante cavallerizzo diventato con il passare degli anni (oggi ne ha 57) un playboy sul viale del tramonto disperatamente a caccia di soldi. Già anni fa Hewitt aveva del resto annunciato la disponibilità a vendere l’intero epistolario della sua storia con l’allora principessa del Galles per la non proprio modica cifra di 10 milioni di sterline. Adesso sembra averci riprovato con l’obiettivo di metterne all’asta almeno una parte, come – a dar retta al Mail – conferma Gary Zimet, commerciante californiano di ‘memorabilià che sostiene d’essere stato contattato come intermediario.
Non solo. Zimet aggiunge di aver trovato in questi mesi un collezionista disposto a pagare 100.000 sterline, ma solo per scoprire che Hewitt, a quel punto, aveva «cambiato idea». «Forse – è la conclusione velenosa del mercante americano – l’offerta non era sufficiente».
9 novembre 2015